Cultura. “1919, nasce il Fascismo”. Lo speciale di Storia in Rete in edicola

Mussolini in visita al Lingotto di Torino dove tenne un discorso tutto calibrato sui diritti sociali dei lavoratori

I media difficilmente si fanno sfuggire anniversari tondi. E’ successo con il centenario della vittoria nella Grande Guerra, quasi vi fosse stato un ordine di scuderia di lasciar cadere ogni possibilità che vi fosse qualche ritorno di fiamma del patriottismo in Italia. E’ successo l’altro ieri con il centenario della nascita del Fascismo. Un centenario su cui è caduto un silenzio imbarazzante, non foss’altro perché il Fascismo fa vendere, e anche bene. Dovrà essere costato caro a editori, giornalisti, opinionisti, presenzialisti rinunciare a una fetta di pubblico sicura, a un clicbait certo, a riprese e vendite assicurate.

D’altronde, l’unica pubblicazione che è uscita – con largo anticipo – per questo centenario, “M, il figlio del secolo” di Scurati, con tutti i suoi limiti e imprecisioni storiche ampiamente documentate altrove, ha avuto una copertura mediatica impressionante, con passaggi in TV, marchettoni giornalistici, inviti all’autore, a dimostrazione che Mussolini in copertina tira più delle tette su Panorama negli anni Novanta. 

Resta quindi un caso pressoché isolato fra i media non politicamente schierati lo speciale che “Storia in Rete”, il mensile diretto da Fabio Andriola, ha dedicato ai cento anni dalla nascita del Fascismo. 130 pagine in cui si è riassunto il ribollente pugno d’anni che trascorse dall’articolo seminale – “Trincerocrazia”, 15 dicembre 1917 – alla Marcia su Roma. Anni di vera rivoluzione, iniziata già con l’interventismo nel 1914, in cui gli uomini radunati attorno a Mussolini riuscirono, sgomitando, a farsi largo fra gli altri partiti rivoluzionari italiani, scavalcandoli, combattendoli violentemente e alla fine riuscendo ad arrivare al potere fra compromessi, tatticismo, machiavellismo e lealtà istituzionale.

Lo speciale di “Storia in Rete” ha come obbiettivo di riempire quel vuoto di discussione, approfondimento e ricostruzione storica che nel resto della stampa e dei media è stato colpevolmente evitato. Stelio Fergola, di “Oltre la Linea”, ha parlato di “complesso di inferiorità” della Repubblica italiana verso il passato fascista. Oggettivamente l’assordante silenzio su questo centenario è materia da reparto di psichiatria: c’è un’intera classe intellettuale – per tacer dei politici – che sembra comportarsi come l’adolescente traumatizzato perché dopo aver fatto una gara “al righello” coi compagni di classe ha scoperto di avercelo più piccolo. Con tutto il cascame di ansia da prestazione, manie di persecuzione e disturbo evitante di personalità…

L’Italia ha disperato bisogno di riprendere in mano la propria storia. Studiarla, riannodare i fili strappati. Imparare dal passato come si impara da un maestro, con reverenza. Sta invece solo giudicando, in maniera sempre più isterica, come del resto dimostrano le ultime intemerate delle femministe contro la statua Montanelli o degli anarchici contro i monumenti patriottici di Bologna e Messina. Lo speciale di “Storia in Rete” può essere utile per prendersi una pausa di riflessione sana in un paese sempre meno normale.

Alberto Lancia

Alberto Lancia su Barbadillo.it

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