Cultura. Festa della Donna: Amelia dà voce alle donne soldato a venti anni dalla “380”

In occasione dei due decenni della Legge 380, il Comune di Amelia, in provincia di Terni, propone “2019: Donne Soldato 20 anni dopo”, evento previsto per la Festa della Donna che dà voce a storie e testimonianze delle donne che servono lo Stato.

Patrocinato dal Ministero della Difesa, quello amerino è il primo appuntamento del ventennale (la legge fu promulgata nell’ottobre 1999); moderatore il giornalista Marco Petrelli, che collabora anche con Bardadillo.it al quale abbiamo rivolto qualche domanda…

Perché raccontare le donne soldato?

“E perché no? Ad ottobre cadrà il 20° anniversario della Legge 380, che aprì anche al personale femminile l’accesso alla carriera militare. Un momento storico sia per le FFAA Italiane sia per l’intera Società che, oggi, è giusto ricordare nel giorno simbolo dedicato alla donna: l’8 Marzo”.

1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”.
Le donne sono ormai presenti in tutti gli ambiti della Difesa.

Soldati o soldatesse?

“Soldati, sottufficiali, ufficiali. Continuare con quel soldatesse non fa altro che aumentare le distanze fra i generi che, in verità, nell’ambiente lavorativo (in particolare in quello militare) si sono ormai accorciate: quando lavori l’unica cosa che conta è il risultato. In ambito Difesa, inoltre, ti rapporti non con donne e con uomini, ma con funzionari dello Stato. E’ sufficiente sapere quello”.

Chi interverrà ad Amelia?

“I rappresentanti delle quattro Forze Armate (Esercito Italiano, Marina Militare, Aeronautica Militare, Carabinieri) e della Guardia di Finanza. Avremo poi il piacere di ascoltare testimonianze di Polizia di Stato e Vigili del Fuoco, Corpi che da più tempo hanno in organico personale femminile cioé da prima del 1999”.

Certamente avrà avuto modo di ascoltare le parole del procuratore generale militare circa l’aumento di casi di nonnismo verso le donne. Che idea se ne è fatto?

“Il nonnismo è un fenomeno, che ha avuta grande eco sui quotidiani ai tempi della leva, in particolare dopo che situazioni estreme hanno causato la morte di alcuni soldati. Di sicuro il passaggio ad un esercito volontario ha segnato un modo diverso di vivere la caserma e di lavorarvi all’interno, con una maggiore attenzione al benessere del personale concetto che, oggi, è uno dei punti cardine della policy della Difesa. Poi che dire? Ogni gruppo umano ha i suoi ‘riti iniziatici’ (basti pensare alla goliardia universitaria) e può soffrire spiacevoli comportamenti che in caserma si chiamano nonnismo, in ufficio mobbing e a scuola bullismo”.

Ci sono donne in specialità quali Alpini, Lagunari, Folgore?

“Aggiungerei anche il celebre ‘Tuscania’ dei Carabinieri e il 16° Stormo Fucilieri dell’Aria dell’Aeronautica Militare. Le donne sono oggi in tutte le specialità delle FFAA in Italia e all’estero, con incarichi di responsabilità per nulla inferiori rispetto a quelli degli uomini”.

 

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