Il caso. Lo storico Ferguson: “Gli elettori populisti pensano al futuro non agli immigrati”

Immigrazione in Sicilia

“Più ne prenderanno, più ne arriveranno”. È la considerazione di Niall Ferguson, storico scozzese che al Corriere della Sera ha spiegato le ragioni del populismo. Spiegando che, allo stato attuale, l’ondata migratoria che dall’Africa e dal Medio Oriente ha investito l’Europa non è che alle sue battute iniziali.

I populisti hanno ragione?

Secondo lo storico, che insegna in prestigiosi atenei quali Harvard e Stanford, “Il potenziale per l’immigrazione di massa da Africa, Medio Oriente e Asia del Sud è vasto e non abbiamo ancora visto niente. Se uno guarda ai sondaggi fra le persone in quelle aree, alla domanda sulla disponibilità a valutare l’emigrazione, centinaia di milioni di persone dicono di sì”.

Per Ferguson, che già in tempi non sospetti aveva “predetto” la Brexit: “È facile condannare gli elettori dei partiti populisti, ma stanno pensando al futuro. Si dicono che ciò che decideranno adesso avrà enormi conseguenze”.

L’incapacità dell’Unione Europea

“Credo che le istituzioni europee non siano in grado di affrontarlo. Sono state disegnate per circostanze completamente diverse, la difesa dei confini davvero non era la priorità. Non credo siano capaci di decisioni che siano sia legittime che efficacia”. Ma non basta perché, secondo Ferguson: “L’idea di una condivisione del peso dell’accoglienza non è mai stata plausibile. Il disegno stesso delle istituzioni europee e le contingenze in cui sono nate non sono all’altezza”

Un dilemma difficile

La realtà però è dura e il problema non è solo politico ma, anche, etico e morale. Cosa fare se in mare ci sono persone, magari bambini, che rischiano la vita? “La cosa moralmente giusta è salvare il bambino che affoga. Ma ogni volta che c’è un salvataggio i trafficanti ricevono il messaggio che la strada è aperta. Non ci sono risposte facili

Careca

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