Focus. La guerra dei 50 anni (della sinistra) contro l’antimoderno JRR Tolkien

I protagonisti de Il Signore degli Anelli
I protagonisti de Il Signore degli Anelli

Il professor Tolkien entra nel Senato della Repubblica. Il filologo, il linguista, il docente a Oxford, ma anche l’autore de Il Signore degli Anelli, il creatore della Terra di Mezzo, ha avuto l’onore di  essere ricordato per la prima volta nella “camera alta” italiana. Infatti, giovedì 17 gennaio, per iniziativa della Fondazione Italia Protagonista, nella Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, in Piazza della Minerva 38, un gruppo di critici e giornalisti (Oronzo Cilli, Paolo Corsini, Daniela Quaranta e Alessandro Sansoni) coordinati da Adriano Monti-Buzzetti della Rai ne ha parlato con Vittoria Alliata di Villafranca, traduttrice della prima storica edizione del Signore degli Anelli (1967 e 1970).

La guerra di Tolkien

Il titolo di questo incontro è stato “La guerra di Tolkien”. La guerra che vide le orde di Sauron assediare la fortezza di Minas Tirith? Non proprio, ma ci andiamo vicino, dato che in questa occasione si è parlato di una assurdità solo e soltanto italica, vale a dire la guerra ideologica che da mezzo secolo la nostra Sinistra, sotto vari camuffamenti, conduce contro il grande scrittore e la sua opera. Guerra che ha due fasi opposte e complementari spesso denunciate e sempre rimosse, la prima volta ad escluderlo per principio, la seconda volta a includerlo manipolandolo.

JRR Tolkien

La prima scoppiò subito, appena l’editore Rusconi pubblicò i tre tomi del romanzo tutti in unvolume nel 1970. L’intellettualità impegnata, con in testa Umberto Eco, respinse compatto Il Signore degli Anelli e il suo autore definendoli reazionari, conservatori, oscurantisti e, ça va sans dire, fascisti: per le tesi  espresse, per l’ambientazione, per i personaggi, ma anche per la connotazione che veniva data all’editore ed ai curatori italiani. Tolkien divenne un vero tabù e la sua opera era letteralmente proibita: nelle sezioni della Fgci e del Pci era vietato leggerla, come poi alcuni hanno apertamente confessato (tra essi Oliviero Beha, se ricordo bene). Tutto questo è rimosso dalla attuale “Sinistra tolkieniana”, non  viene mai ricordato quasi non fosse avvenuto, ma carta canta: basta leggere il libro di Oronzo Cilli Tolkien e l’Italia (il Cerchio, 2017) e la mia presentazione  de La vita di J.R.R.Tolkien di H. Carpenter (Ares, 1990) dove tutto viene precisamente citato. L’ipocrisia dei compagni si scontra con la realtà dei fatti.

Tolkien icona della sinistra? 

Unico Paese al mondo in cui avvenne questo scandalo. Dopo oltre trent’anni si apre la seconda fase. La guerra per recuperare a sinistra Tolkien. Il successo della trilogia filmica di Jackson (201-2003) fu il primo svegliarino per una generazione di neocomunisti successiva alla cariatidi intellettuali progressiste degli anni Settanta. Poi nel 2004 spunta un talo Federico Guglielmi (che ama definirsi Wu Ming alla Quarta, ma più noto come il Censore Bolognese) che suggestionato dal film scrive un romanzo che falsifica la figura di Tolkien  e poco dopo inizia a prendersela con le interpretazioni “tradizionaliste”, poi nel 2014 nasce l’Aist da lui fondata col giornalista dell’Unità Roberto Arduini, e la guerra per recuperare il professore continua cercando di denigrare con accuse puramente ideologiche gli avversari, cioè coloro che se ne erano interessati mentre la Sinistra  lo denigrava. Ma Tolkien ha idee ben chiare e precise che non si possono negare se con contraffacendole e capovolgendole, sicché  certe presunte denunce contro i suoi interpreti accusati di essere “di destra” non bastano più. Non basta che il Guglielmi ne abbia straolto pacchianamente la psicologia in due suoi romanzi. Occorre intervenire in corpore vili, incidere sulle parole (e quindi il pensiero) di Tolkien a proprio uso e consumo, presentandolo in modo adatto al tipo di interpretazione banalizzante e terra-terra, piatta, priva di ogni afflato mitico, offerto a una Sinistra che ha letteralmente paura di tutto questo. E’ quindi indispensabile per condurre in porto l’operazione ri-tradurlo in un certo modo, rimodularlo, stravolgendo concetti e termini, andando contro i precetti di Tolkien stesso, aggiornalo come costoro senza pudore ammettono, vale a dire mettere in atto una operazione che il professore, linguista ed esperto di mitologia, respingeva sdegnosamente senza mezzi termini: le favole non si possono aggiornare e adeguare ai tempi! E Il Signore degli Aneli è o non è, come è stato definito, “la favola più lunga del mondo?… E’ sufficiente leggere il suo straordinario saggio-conferenza Sulle fiabe per non aver dubbi in proposito.

L’anello di Tolkien

La nostra Sinistra neo-comunista se non vetero-maoista tutto ciò lo vuole ignorare e mette in pratica le regole del Grande Fratello orwelliano: modifica il passato per conquistare il presente e accreditarsi il futuro manipolando la lingua e le parole, fa il suo solito gioco delle tre carte e si pone sul banco degli inquisitori, mentre dovrebbe essere mandata da un bravo psichiatra per curarsi della sindrome paranoide epidemica di cui soffre.

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Gianfranco de Turris

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