Libri. “Centocelle. Storie e luoghi del quartiere dalla A alla Z”: per scoprire un segmento di Roma

I nomi delle strade di Centocelle sembrano quelli di Topolinia: Via dei Castani, Via dei Tigli, Via dei Gelsi, Via dei Ginepri… Il nome Centocelle, invece, suona meno lieve, evocando scenari da periferia estrema e disagiata. Come quasi sempre, la verità sta nel mezzo, e se è indubbio che questo ampio e popoloso quartiere situato a sud-est di Roma conosce da sempre la marginalità sociale e la precarietà economica, è altrettanto vero che la sua storia, cominciata agli inizi del Novecento quando nella zona fu realizzato il primo aeroporto d’Italia (oggi in disuso), è ormai ricca di fatti, episodi, personaggi e aneddoti meritevoli di essere ricordati e tramandati. Un’operazione brillantemente svolta da Pancrazio Anfuso, che nei ventitré documentati capitoli – corredati da foto d’archivio – del libro Centocelle. Storie e luoghi del quartiere dalla A alla Z (Ed. Iacobelli, pp. 128, euro 12) riesce a restituire, anche nei loro enormi cambiamenti, il clima e l’anima di questo importante segmento di Roma. Così chiamata poiché sede già dal IV secolo d.C. di una cittadella militare nota come Centum Cellae, Centocelle è stata, tra le tante cose, teatro di scontri tra americani e tedeschi nel giugno del 1944, set di Pasolini, luogo natale di Claudio Baglioni (che l’ha più volte omaggiata) e culla di una varia umanità che Anfuso – si veda il capitolo sulla figura del “coatto antico” – sa descrivere con incisività da vero scrittore.

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Giuseppe Pollicelli

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