“La soppressione di sei milioni di bimbi, dal 1978 ad oggi, sembra non essere un prezzo sufficientemente alto perché si prenda finalmente coscienza dell’enorme danno sociale, cercando di porvi dei virtuosi rimedi. Fatta eccezione per chi vive di bieca ideologia, chiunque comprende che non è in gioco il tema della libera scelta, quanto quello di difendere con ogni mezzo il fondamentale diritto alla vita. Chissà quante povere donne che hanno abortito non l’avrebbero fatto se fossero state aiutate concretamente da una società e da uno Stato che avvertono l’inestimabile valore di una vita”, prosegue il presidente del Family Day.
“Il nostro Comitato ha sostenuto partiti e uomini politici che – come sta accadendo a Verona – pongano la difesa della vita, della famiglia e della libertà educativa al centro del loro impegno. A questi uomini abbiamo dato fiducia e voto, ed assicuriamo la nostra attenta collaborazione. Stiamo raccogliendo i primi frutti – conclude Gandolfini – e Verona è solo l’inizio, che ci rende consapevoli della grande responsabilità che tutti insieme – donne, uomini e famiglie del Family Day – abbiamo nella costruzione dell’Italia e dell’Europa della vita”.