Ciclismo. Alejandro Valverde conquista il mondiale a Innsbruck

Suona la Marcia Reale Spagnola in quel di Innsbruck, dove è finalmente scoccata l’ora di Alejandro Valverde. Il murciano, 38 anni e quasi  5 mesi (secondo “meno giovane ” della storia, dopo Joop Zoetemelk che vinse nel 1985 a 38 anni 8 mesi e 20 giorni), ottiene il suo quattordicesimo successo stagionale, sicuramente il più prestigioso. Dopo sei medaglie, con quattro bronzi e due argenti, finalmente arriva il primato mondiale.

L’edizione 2018 del mondiale di Ciclismo -categoria professionisti- si svolge lungo 252,9 km, con partenza  da Kufstein e arrivo ad Innsbruck. Il percorso, a tratti massacrante, è caratterizzato da grandi salite. Da subito infatti, si capisce come la selezione porterà pochi adepti a giocarsi il titolo sul traguardo finale. In particolare, a far paura è l’ultima salita o meglio muro, il Gramartboden: 2,8 km con una pendenza media dell’11,5% ma addirittura con massime al 28%.

L’Italia si presenta al via con una squadra non proprio di fenomeni ma “tignosissima”, dcon tanti elementi in grado di giocare da stopper e di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Agli ordini del C.T. Cassani sono convocati: Gianni Moscon, Vincenzo Nibali (non in perfette condizioni dopo l’incidente al Tour), Franco Pellizotti, Alessandro De Marchi, Damiano Caruso, Domenico Pozzovivo, Dario Cataldo e Gianluca Brambilla, con i primi due nel ruolo di capitano e gli altri in supporto.

Davide Cassani poi, sin dalla vigilia, ci tiene a far sapere che al via ci sarà una nona maglia azzurra: quella di Michele Scarponi. La memoria infatti è sempre viva per il ciclista marchigiato, che proprio ad Innsbruck ottenne la sua ultima vittoria, nella prima tappa del Tour des Alpes 2017.

Il via è fissato per le 09.30 di domenica 30-9-2018.

Vanno subito in fuga undici uomini che raggiungono un vantaggio massimo di addirittura 20′: sono Karel Hnik (Repubblica Ceca), Laurent Didier (Lussemburgo), Jacques Janse Van Rensburg (Sudafrica), Ilia Koshevoy (Bielorussia), Vegard Stake Laengen (Norvegia), Ryan Mullen e Conor Dunne (Irlanda), Daniil Fominykh (Kazakistan), Kasper Asgreen (Danimarca), Rob Britton (Canada) e Tobias Ludvigsson (Svezia).

Il loro destino, segnato già in partenza, si compie non appena le principali nazionali si organizzano in testa al gruppo. In realtà, la situazione è piuttosto quieta fino ad un centinaio di kilometri dalla fine. Proprio a queto punto infatti, si muovono Dario Cataldo, lo spagnolo Jesus Herrada e il tedesco Emanuel Buchmann ma anche per loro l’avventura è breve.

Il percorso intanto continua a mietere vittime: si staccano Peter Sagan (che rinuncia così alla quarta maglia iridata consecutiva),  il polacco Michal Kwiatkowski, l’inglese Simon Yates e ai -46 anche Daniel Martin. Contestualmente continuano scatti e controscatti: si muovono DeMarchi e Brambilla ma anche Kasper Asgreen (Danimarca) e Vegard Stake Laengen (Norvegia).Questi ultimi due restano soli all’inizio dell’ultimo giro ma vengono ripresi all’imbocco dell’ultimo muro che i corridori imboccano con la Francia davanti a tutti: i transalpini infatti, aspettano Julian Alaphilippe, funambolo della bici che ha meravigliato lungo tutto l’ultimo Tour de France. In realtà, alla resa dei conti, il buon Julian accusa la stanchezza e si pianta. E’ a questo punto che vanno via in quattro: Alejandro Valverde (Spagna), l’ex mezzafondista canadese  Michael Woods, Romain Bardet e il sempre attivo Gianni Moscon mentre l’olandese Tom Dumoulin, grandissimo cronoman, si ricongiunge alla testa solo dopo la salita, essendosi su questa difeso alla grandissima, dopo aver inizialmente accusato un leggero distacco.

Il ritmo lungo i 2,8 km è infernale. Solo all’ultimo è costretto a staccarsi Moscon. Il trentino infatti, toccata una minuscola asperità lungo una cunetta, si pianta e perde completamente il ritmo. E’ un attimo ma il ritardo conseguentemente accumulato (quantificato al traguardo in 13″ dal primo) gli sarà fatale.

Lungo il falsopiano finale restano dunque in quattro: i tre battistrada, più lo straordinario olandese Dumoulin che, spendendo enormi energie, si riporta così in lizza.

A questo punto appare chiaro come a decidere la gara sarà lo sprint finale. Il favorito è proprio Valverde . Lo spagnolo, nonostante la pressione, usa tutta l’eseprienza possibile e dopo aver controllato al meglio gli avversari, vince la volata finale, dopo averla lui stesso lanciata.  Alle sue spalle Bardet, Woods e “Dum”. Quinto è Moscon.

Coperto il percorso in 6 h 46′ 41”, l’atleta della Movistar si prende così un grandissimo oro.

Agli azzurri, dopo il trionfo all’Europeo con Matteo Trentin, resta un minimo di amaro in bocca. La sensazione è che, vista la scarsa condizione di Nibali, l’aver avuto Moscon ” come unica punta” (Moscon, per altro costretto ad ad un forcing di allenamenti in vista del mondiale, dopo una recente qualifica) non abbia del tutto pagato.

Nulla da eccepire sulla vittoria spagnola, trionfo alla carriera per una delle stelle più luminose del ciclismo contemporaneo.

La sensazione è che già dal finale di stagione, gli atleti proveranno a sfidare il campione negli ultimi eventi. Il tutto, ovviamente, nell’attesa della ventura edizione del Mondiale, quella dello Yorkshire 2019; percorso questo, molto meno impegnativo rispetto all’edizione austriaca.

@barbadilloit

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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