Formula 1. Alla ripresa, Vettel si prende la vittoria al Gp del Belgio

Dopo la lunga pausa estiva  tornano in pista i bolidi della F1, su quella che è unanimemente considerata come la sua pista “università”. Con i suoi 7004 metri, Spa Francorchamps mette i brividi, per la bellezza e per il mito, ad ogni appassionato. Basta solo nominarla.

La vigilia è piuttosto movimentata: in particolare, destano attenzione due importanti piloti che, con le loro decisioni, smuovono il mercato. Per un Alonso che si ritira dalla categoria a fine anno, dopo diciassette stagioni e due titoli, c’è un Ricciardo che dopo dieci anni lascia il gruppo Red Bull, accasandosi alla Renault dal 2019. Per l’australiano dunque una bella sfida, in attesa di capire se i transalpini riusciranno a fornirgli un mezzo in grado di dar lustro a tutto il suo talento.  Desta però maggior stupore il caso Force India: l’ormai ex scuderia del magnate indiano Vijay Mallya, sommersa dai debiti, rischia di chiudere anzitempo la stagione.  La situazione si salva solo grazie all’acquisto da parte di Lawrence Stroll, padre del pilota Williams Lance Stroll (che probabilmente cambierà scuderia già dalla prossima gara a  Monza).

Nuova denominazione- da Sahara Force India a Racing Point Force India-, nuova nazionalità –inglese e non più indiana – e azzeramento dei  59 punti costruttori fin qui conquistati (salva la classifica piloti). Queste le conseguenze di un salvataggio durissimo ma fondamentale, anche per lo stesso futuro della categoria. In pista poi Perez ed Ocon, piloti delle due “pantere rosa”, si riscattano con una splendida seconda fila egemonizzata in qualifica e l’ottimo piazzamento in quinta e sesta posizione alla domenica. Andiamo però, come al solito, con ordine: già dalle prove libere si intuisce il grande potenziale di cui la Scuderia Ferrari dispone su questa pista. Non c’è da stupirsi se le prime posizioni conquistate nelle tre sessioni sono di Vettel, Raikkonen e ancora Vettel, rispettivamente in 1’44”358, 1’43”355 e 1’42”661. Succede però che al sabato, nella decisiva Q3, arrivi la pioggia. Non è fortissima, anzi la pista presto tende progressivamente ad asciugarsi; l’acqua caduta però  bagna la pista quel tanto che basta per rimescolare le carte. Sono queste  le condizioni preferite da Lewis Hamilton: l’alfiere Mercedes, dopo un paio di sbavature anche gravine in precedenza, tira fuori dal cilindro un ultimo giro fantastico, lasciandosi Vettel a 726 millesimi. Peggio va a Raikkonen che, rimasto praticamente senza benzina, è costretto al sesto posto. Con il tempo di 1’58″179, l’inglese si prende la partenza al palo numero 78 della sua carriera. La griglia comunque è  strana e non solo per la pioggia. Le penalità da sostituzioni di componenti meccanici, costringono tanti big, Bottas, e Hulkenberg su tutti, a partire dalle retrovie.

La domenica il cielo è leggermente coperto ma la pioggia non si vede. Ci sono dunque le condizioni per ristabilire i valori del venerdì , anche se a Spa non si deve mai dar nulla per scontato. La  memoria corre agli episodi da tregenda della saga ivi ambientata: il 1992, il 1998, il 2000, il 2008, il 2012.

Sulla griglia la tensione è palpabile, i più ripassano la pista: si arriva alla prima curva, il tornantino della Source e si scala in seconda . Importantissima è l’uscita, per scaricare a terra tutta la potenza della macchina. Poi via fino all’ottava, l’Eau Rouge, Il Radillon, poi lungo il Kemmel ad oltre 340 km/h verso Les Combes… Chissà cosa passa nella testa dei piloti quando si spengono le luci. Davanti la situazione sembra regolare ma dietro è il pandemonio: Hulkenberg sbaglia completamente il punto di frenata e frana su Alonso, facendolo decollare sopra la vettura di Leclerc, protetto in questo caso dall’odiato Halo. I tre stanno bene ma sono subito fuori gioco. Nell’incidente restano coinvolti anche Ricciardo, che vede la sua ala posteriore divelta dalla McLaren dello spagnolo ormai fuori controllo e Raikkonen, tamponato proprio da Ricciardo. Sia il finlandese che l’australiano devono poi ritirarsi in seguito ai danni aereodinamici riportati. Intanto Bottas tocca Sirotkin, danneggiando la sua ala anteriore e dovendo riparare ai box per le riparazioni. Il finnico numero 77 viene accusato per questo contatto, al pari di Hulk con Alonso. Mentre però il tedesco della Renault  dovrà  scontare a Monza una penalità di dieci posizioni, Bottas si vede comminata una sanzione di 5” sul tempo di gara, comunque ininfluente sul risultato finale.  Intanto, non fa in tempo ad entrare la Safety Car, che la gara si decide: indenni i primi alla Source, Vettel esce fortissimo dall’Eau Rouge-Radillon, si mette in scia ad Hamilton e lo passa all’esterno del Kemmel, perfezionando poi la manovra spostandosi sulll’interno e proteggendosi a Les Combes. Il tutto, dopo aver rintuzzato anche un incredibile tentativo di scavalcare tre auto da parte di Ocon.  E’ questo il momento decisivo. Anche perché, rientrata la vettura di sicurezza, il duello su filo dei decimi tra il n. 5 e il 44, risoltosi in un nulla di fatto con i rispettivi cambi gomme ai giri 22-23, lascia immutate le posizioni. Anzi, nel finale l’alfiere rosso riesce anche ad allungare, ponendo tra sé ed il rivale oltre undici secondi.

Pressoché cristallizzate le prime due posizione, al di là dello scontro di nervi, gli spettatori concentrano la loro attenzione su altri duelli: in questo senso si fa notare un coriaceo Verstappen che prima sorpassa Ocon con una splendida finta, poi sorpassa Perez e si prende la terza posizione che non lascia più. Dietro intanto si fa largo a sportellate Bottas: il finnico, autore di un sorpasso da urlo su Hartley all’esterno dell’Eau Rouge per la tredicesima posizione- siamo al giro 7- entra in zona punti solo alla tornata numero dodici dopo essersi sbarazzato di Sirotkin. Autore di una buonissima rimonta, vista anche la sosta in più, alla fine il 77 si porta a casa i fondamentali dodici punti  del quarto posto. La gara dunque procede abbastanza linearmente, se si escludono alcuni momenti di fiamma come il duello tra il giro 28 e il 31 tra Ericsson ed Hartley per l’ultimo punto, con splendidi sorpassi e controsorpassi  o gli attacchi finali di Bottas su Ocon e Perez. La volontà di potenza Vetteliana, si esprime nella suddetta progressione finale che scava quel solco importante e che suggella una vittoria straordinaria, la numero 52 per lui (terzo nella classifica di tutti i tempi). Sul podio, come detto, un  Hamilton in versione ragioniere e Verstappen. Punti mondiali, in ordine, per Bottas, gli splendidi Perez ed Ocon, i solidi Grosjean e Magnussen su Haas , Gasly (fresco di promozione in chiave 2019 da Toro Rosso a Red Bull) e il solido Ericsson su Sauber. Prossimo appuntamento, la domenica ventura, nel “tempio ” della Formula 1, ovvero quella Monza rossa che trasuda sangue ferrarista e che sicuramente ci regalerà un altro splendido capitolo di questo emozionantissimo mondiale.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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