Il punto. Céline, Pound, Mishima nei testi scolastici: è tempo per una conoscenza post-ideologica

Evola, Mishima, Pound, Spengler, De Benoist, Maurras

Esami di Stato 2018. Un allievo interrogato sul Decadentismo. Discute di Oscar Wilde. Di Joris Karl Huymans. Poi passa a Gabriele d’Annunzio. Però il prof di Lettere lo ferma, “Lascia stare d’Annunzio, è solo un fenomeno sociologico.” Ma il diciottenne avrebbe voluto spiegare la ‘Pioggia nel pineto’, quel prof non lo ha consentito. Così il commissario di Lettere ha stracciato, dalla mente dello studente, una pagina di storia letteraria. Morale? Più volte l’insegnamento della letteratura è vicenda di pagine stracciate ossia di lezioni omesse. Con poco quel prof ha, emblematicamente, escluso un grande autore dalle preferenze di uno studente.

Facciamo altri esempi. In alcuni testi di letteratura per le scuole troviamo Erich Maria Remarque da ‘Niente di nuovo sul fronte occidentale.’ Molto bene. Per creare un’unità didattica sulla grande guerra, tale lettura potrebbe essere affiancata da qualche visione di Ernst Jünger dal suo ‘Nelle tempeste di acciaio’.  Invece di un testimone del secolo breve, di un autore a cui dedicano ricerche internazionali, non vi è traccia nei manuali scolastici. Ecco un’altra pagina stracciata. Un’altra lezione omessa.

A malincuore lasciamo Jünger. Interessiamoci dello smarrimento dell’individuo nel Novecento. Uno scrittore spina nel fianco della borghesia francese, il raccontatore apocalittico dell’umanità, Louis Ferdinand Céline, dove sta nelle edizioni scolastiche? Del creatore del ‘Viaggio al termine della notte’, romanzo tra i più venduti nel mondo, nemmeno un brano nei testi scolastici. All’opposto, farebbe bene alla sintassi degli studenti una pagina esplosiva di Céline. Ma non perdiamo la speranza: cerchiamo ancora tra i volumi ed ecco Céline – in una piccolissima nota – ovvero: il poeta Giorgio Caproni è stato il traduttore italiano dello scrittore francese, punto e basta. Delusi cambiamo prospettiva. Apriamo altri testi. Forse delle pagine di neo-decadentismo giapponese potrebbero trovare spazio? Consultiamo un manuale dietro l’altro, ma il nome di uno scrittore pubblicato da Feltrinelli, Yukio Mishima, non emerge.  Mishima,  un decadente, come lo definì  Alberto Moravia. Mishima, un simbolista fuori dagli schemi, un po’ tra Pier Paolo Pasolini e  Jean  Genet.  Mishina però non si legge nei libri scolastici più diffusi, in quei libri elaborati da redazioni che non innovano letture e scelte.

La conclusione è  immediata:  da anni gli editori dei libri scolastici escludono  una grande bellezza letteraria, restano legati ad una  trasmissione ripetitiva delle letture, dimostrano un’ impossibilità preconcetta ad allargare le ricerche.  Piuttosto, per ulteriore esempio, lo spirito critico degli studenti potrebbe allargarsi se tenessimo insieme la narrazione della borghesia di Drieu la Rochelle – scrittore inserito nell’internazionale ‘Bibliethèque de la Pléiade’ già dal 2012 – con  il romanzo borghese di Alberto Moravia.

Non appare nessuna novità di contenuti nella produzione dei manuali scolastici negli ultimi anni e il processo post-ideologico non è pervenuto nelle ricerche per la scuola. Il tutto con una selezione di brani spesso replicata  nelle lezioni di Lettere. In più il dibattito specialistico è ormai fermo  sulla solita domanda: cosa valorizzare, in un libro per studenti,  il testo di uno scrittore oppure  la sua interpretazione? Per l’editoria scolastica concreta novità sarebbe la pubblicazione  di altri autori. Mentre diverse linee editoriali non si accorgono che i giovani leggono Cèline da tempo e domandano fattori stimolanti nella storia letteraria.

Per un caso finale. Analizziamo la linea dello sperimentalismo novecentesco. Nei manuali di letteratura, da Giuseppe Ungaretti a Thomas Stearns Eliot sino al ‘Gruppo 63’, sarebbe giusto trovare ‘The Cantos’ di Ezra Pound, una bibbia per gli sperimentalisti marxisti e libertari degli anni Sessanta. Ma dei versi di Pound non vi è orma nei libri scolastici. Pier Paolo Pasolini amava Pound. Edoardo Sanguineti  inseguiva le fughe poundiane. Allora perseveriamo. E in un volume, con ristampa sino al 2020, emergono appena due timidissime righe, queste, ”La carica dirompente  si richiama alla critica condotta nei confronti della  società occidentale da un poeta come Ezra Pound, di cui Sanguineti approfondisce la volontà di provocazione e rottura”, solo ciò per una tradizione trasversale ricchissima (!)

Nei manuali scolastici, in fin dei conti, la tradizione letteraria è un palazzo con delle stanze vuote. E il peccato originale dell’editoria scolastica è la letteratura letta attraverso  la politica.  Se poi Pound influenzò il Novecento, ciò non conta.  Conta invece la sua bufera fascista. Gli editori fanno notevoli fatturati producendo libri con una memoria incompleta, con una memoria politicizzata. In mano a cinque/sei aziende di carattere nazionale (Mondadori Scuola, Zanichelli, Paravia,..), l’editoria scolastica  dovrebbe proporre una varietà di scrittori fuori dagli schemi novecenteschi; continua però a stracciare pagine alla maniera di quel docente agli Esami di Stato terminati solo pochi giorni fa.

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Renato de Robertis

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