Formula 1. Vettel si fa male da solo, in Germania vincono le Mercedes

Il fine settimana tedesco, con il gran premio tornato in calendario dopo due anni di assenza, si apre con una notizie incredibile ed inaspettata: le gravissime condizioni di salute di Sergio Marchionne portano al conseguente riassetto in FCA, Ferrari compresa. Nuovo presidente ora è John Elkann mentre Louis Carey Camilleri assume la carica di amministratore delegato. Tornando alla corsa in sé, le sorprese fin dal venerdì non mancano.La sostituzione del propulsore di Ricciardo infatti, lo condanna subito a dover partire dal fondo. Le prove del venerdì sono comuqnue primeggiate dalla Red Bull, prima con lo stesso Ricciardo in 1’13″525, poi con Verstappen in 1’13″085. Al sabato, con la pioggia, sono ben pochi i piloti che girano e il primo tempo è della Sauber di Leclerc, in 1’34″577. Al sabato, il clamore raggiunge picchi altissimi in Q1: Hamilton ha un tempo che lo qualifica già nella “manche” successiva ma nel finale è costretto a rallentare e poi a fermarsi. Un ripetuto e aggressivo passaggio su alcuni cordoli, ha causato alla vettura dell’inglese un grave problema idraulico che non può essere risolto. Morale della favola: partenza in settima fila, dalla quattordicesima posizione. Oltre al danno, per Hamilton sembra aggiungersi la beffa. Vettel infatti, con il solito ultimo giro perfetto, si prende un’altra pole, la cinquantacinquesima in carriera, in 1’11″212 . Dietro a lui Bottas, Raikkonen e Verstappen.

Tutte le prime cinque file si qualificano con gomme Ultra Soft. Visti i risultati, c’è chi dopo le qualifiche già stappa mortaretti, preannunciando un’altra vittoria di Vettel, altri addirittura già preannunciano la doppietta e l’allungo mondiale. La domenica, gli occhi degli addetti ai lavori fanno su e giù, dalla pista verso il cielo. Sin dalla mattina infatti, su Hockenheim si addensano delle plumbee nubi. Meteo, previsioni e feste anticipate lasciano presto spazio ai cinque semafori che si spengono: al via i primi quattro mantengono le loro posizioni e Vettel, sin dal principio, adotta la tattica che gli riesce meglio: lo scappare costruendo un vantaggio costante sugli inseguitori. I primi giri sono dunque monopolizzati dalla rimonte di Hamilton e Ricciardo, il quale, partito con gomme medie, resta a lungo imbottigliato nel traffico. Per l’australiano, anche la gara è deludente: già diciannovesimo al via per i suddetti motivi, al giro 27 deve ritirarsi per una perdita di potenza. Hamilton invece, con sicurezza, rimonta fino a raggiungere la quinta posizione già al quattordicesimo giro. Nello stesso giro la Ferrari fa rientrare Raikkonen, al quale viene fatta adottare una tattica a due soste per contenere Hamilton. Per lui sono pronte gomme Soft. Questa scelta, con il senno di poi si rivela davvero sbagliata perché, quando oltre dieci giri dopo  rientrano gli altri grandi e Raikkonen si ritrova primo, il n. 7 finisce non solo davanti a Vettel ma dimostra anche un passo gara davvero ottimo, con tanti giri veloci in successione. Tanto è vero che in Ferrari devono ricorrere all’ordine di scuderia per far tornare davanti Vettel: è il giro 39.

Per molti la memoria torna indietro di otto anni, stessa pista, stessa scuderia e a quel “Fernando, is faster than you” che praticamente tarpa le ali alla rinascita di Felipe Massa…Questa però è un’altra storia. Tornato davanti, Seb ricomincia nella costruzione del proprio vantaggio con Raikkonen dietro che sembra proteggerlo. Hamilton  si ferma finalmente al giro 43, montando le Ultra Soft. Per l’inglese si prospetta un’ultima parte di gara tutta incentrata all’attacco. C’è però un problema: appena un giro dopo arriva la pioggia. Pioggia che pur non cadendo uniforme, in alcuni tratti si intensifica velocemente. A questo punto, i piloti di seconda fascia si precipitano ai box per montare le intermedie. C’è chi poi, come Gasly, compie una scelta sbagliatissima montando le gomme da bagnato estremo. Tra i primi, rientra solo Verstappen. Lo stesso Max però, si rende subito conto che la pioggia, per quanto importante, non fosse tale da richiedere le gomme da bagnato. Egli, dovendo nuovamente rientrare ai box per montare le slick, sembra uscire dalla lotta per il podio. Al giro 47 intanto, le telecamere inquadrano Vettel, mettendo in risalto il fatto che dal baffo sinistro dell’ala anteriore si stacchi l’upper flap, con una perdita conseguente di carico aerodinamico. Nel frattempo la pioggia sembra nuovamente intensificarsi.

La pista si trasforma in una trappola: Perez e Leclerc vanno in testacoda. Raikkonen poi, cercando di doppiare Magnussen, scivola e arriva lungo alla curva 8, facendosi passare da Bottas. Vettel a questo punto, ha oltre nove secondi sui diretti rivali e può permettersi di controllare. A maggior ragione su una pista umida.  Le cose vanno invece diversamente, in quanto Vettel al giro 52 commette un grave errore. Arrivato leggermente lungo alla curva Sachs, il tedesco blocca le ruote ma a causa dell’umido, non riesce più a riprendere la vettura e va a sbattere contro il muro. A poco servono le pure ammirabilissime scuse in lacrime via radio o le imprecazioni: le gara è ormai irrimediabilmente compromessa.

Deve entrare la vettura di sicurezza e la Ferrari commette un secondo errore: mentre Bottas rientra, montando le Ultra Soft, Raikkonen ed un Hamilton che per seguire il finnico della Rossa taglia l’ingresso della pit lane, risaltando in pista e beccandosi poi una reprimenda, restano fuori. Quando Raikkonen ormai in ritardo rientra ai box, si vede scavalcare da Bottas ma soprattutto ed incredibilmente dall’inglese, ritrovatosi ora davanti a tutti nello stupore generale. Gli ultimi dieci giri, rientrata la Safety Car, servono ad Hamilton per difendersi da Bottas (avvertito comunque dai box di mantenere la posizione ) e per incrementare poi il vantaggio a suon di giri veloci. Sotto la bandiera a scacchi vince dunque Lewis, primo dopo una fortunata ma allo stesso tempo spettacolare rimonta.

Con lui sul podio, Bottas e la Ferrari di Raikkonen. Ferrari che però, per forza di cose, deve leccarsi le ferite. A punti Verstappen, autore di una gara di grande costanza, un grande Hulkenberg con la Renault, Grosjean, Perez, Ocon, Ericsson e, per la seconda volta in carriera, Hartley con la Toro Rosso. Podio a parte dunque, la Ferrari torna dalla terra tedesca con molte incognite e le ossa rotte, avendo però la possibilità di ottenere la propria rivincita già domenica prossima, nel Gran Premio d’Ungheria.

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