Il fatto. Incredibile al Tour de France, Nibali messo ko da pubblico e Gendarmerie

Il  mese di luglio per gli appassionati di ciclismo è un mese importante. E’ infatti questo il mese in cui si svolge il Tour de France, la più celebre delle corsa a tappe e che vede sfidarsi per tre settimane i migliori ciclisti del mondo tra volate all’ultimo sangue, salite leggendarie e strategie di squadra degne dei migliori giochi di ruolo. Il modello Tour, ampiamente esportato, ha raggiunto un livello tale che i contratti televisivi e pubblicitari che a questo girano intorno, generano introiti a livelli impensabili. L’edizione 2018 non fa eccezione. Le prime dodici tappe hanno visto epiche sportellate tra i velocisti -vedere le lotte tra Sagan, Gaviria e Groenewegen durante la prima settimana- e spettacolari azioni solitarie, come l’assolo Julian Alaphilippe nella decima tappa. Quando poi le strade cominciano a salire, il Tour non fa prigionieri; e così, sono già fuori classifica i vari Rigoberto Uran, Il’nur Zakarin e soprattutto Alejandro Valverde, il quale se non altro sta adottando una condotta di gara super combattiva, andando sempre all’attacco da lontano. Il murciano, ormai trentottenne, dimostra ancora una volontà e un coraggio assolutamente fuori dal normale.

Tra tutte le variabili, ce n’è però una che sembra confermarsi incessantemente: la forza e la compattezza del Team Sky, il quale può permettersi di correre con due capitani: Geraint Thomas, attualmente in Maglia Gialla e il campionissimo Chris Froom. Di fronte all’abbondanza di carne sul fuoco, è incredibile però come l’aspetto su cui occorra concentrare la nostra attenzione, sia ancora una volta extra sportivo. Nessun caso di doping ma un ennesimo caso di mala organizzazione. Per quella che è, numeri alla mano, la miglior corsa del mondo, sta tuttavia divenendo cronica la mancanza di controllo nei confronti dei tifosi e dei fanatici a bordo strada. Il ciclismo, si sa, è uno sport di passione che coinvolge migliaia di persone ai lati delle strade. La bravura però, allo stesso tempo, sta nel porre una giusta misura alla voglia di mostrarsi e di incoraggiare i propri beniamini; se da una parte tutto sommato al Giro d’Italia -solo per fare un esempio che ci tocca da vicino- tutto ciò sta riuscendo piuttosto bene, adoperando le forze dell’ordine fino a formare dei veri e propri cordoni, ai francesi la situazione sta sfuggendo completamente di mano: esemplificativa è la Tappa del 19 Luglio. La Bourg-Saint-Maurice > Alpe d’Huez di 175,5 km, ha tutte le caratteristiche per essere spettacolare; in più l’arrivo sulla mitica alpe, affrontata per la ventinovesima volta e resa celebre, tra  gli altri, dai nostri da Coppi e Pantani, solo per citarne due a caso,  non fa che aumentarne la caratura. Purtroppo però, questa giornata resta nella storia per un altro motivo: la caduta di Vincenzo Nibali. Lo Squalo dello Stretto dopo la difficile giornata precedente, è ancora con i migliori e sembra avere un’ottima gamba. Il gruppo maglia gialla è all’inseguimento del battistrada Steven Kruijswijk, impegnato in una epica e solitaria fuga. Già qualche km prima Froom aveva dovuto far i conti con l’indisciplinato pubblico, subendo un pericolosissimo spintone. Il folle autore di questo gesto, successivamente viene identificato ed arrestato. E’ però ai meno quattro dall’arrivo che avviene l’incredibile: dopo il deciso scatto di Bardet, Froom prova a riprenderlo ma è costretto quasi a fermarsi per via di due moto della Gendarmeria che, nel tentativo di aprire la strada, si ritrovano a contatto con i corridori. A Nibali va molto peggio: stretto nella morsa, incoccia incredibilmente nella tracolla di un appassionato e si ritrova catapultato per terra (in una dinamica molto simile a quella che vide finire a terra Armstrong nel 2003 sul Colle del Tourmalet, a causa del contatto con un cappello di uno spettatore). Il campione italiano, dolorante, riesce a chiudere la corsa, limitando anche i danni ma sottoposto ai controlli del caso, gli viene riscontrata la frattura composta della decima vertebra toracica. Risultato: almeno 15 giorni di stop forzato e mondiale a rischio. La tappa, dopo un tentativo di fair play nei confronti dell’italiano capeggiato da Froome e rotto da Bardet, va a un meraviglioso Thomas che partito a meno di trecento metri dal traguardo, riesce a vincere addirittura per distacco. Sono due infatti, i secondi che frappone tra sé e Tom Dumoulin, secondo. Al di là degli aspetti meramente tecnico/sportivi, è sconcertante la recidività con cui questi episodi si verifichino: nel 2011 era stata addirittura una macchina della France Televisions a travolgere  Juan Antonio Flecha e Johnny Hoogerland, spedendoli fuori strada contro filo spinato e mettendo seriamente a rischio le loro vite. Non si contano poi, come già sottolineato, le inadempienze di coloro che assistono sui luoghi e che difficilmente vengono contenuti. Aspetti questi, spesso messi in risalto dai bravissimi telecronisti della Rai -Francesco Pancani e Silvio Martinello- che invitano continuamente alla disciplina e al buon senso. Il resto spetta poi alle forze dell’ordine. Anche se ormai la “frittata” è stata fatta e il Tour privato di uno dei più forti corridori, l’auspicio resta sempre quello: una maggior attenzione. Perché, se c’è oculatezza, rispetto e sicurezza i corridori possono correre al meglio…e se questi possono dare il cento per cento senza il pericolo di essere tranciati, c’è da esserne sicuri, lo spettacolo e lo sport in primis non possono che risentirne in positivo.

 

 

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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