Formula 1. In Cina vince Ricciardo, gli errori che costano il gp alla Ferrari

gp cinaNon sono mancate le emozioni nel terzo appuntamento stagionale della Formula 1. Certo, non siamo arrivati ai livelli del Bahrain ma complice una Safety Car al trentunesimo giro, ci si è divertiti parecchio. Come al solito però, andiamo con ordine.

Gran Premio di Cina, Circuito di Shanghai. La Ferrari vi arriva forte delle due vittorie fin qui conquistate. Il venerdì è caratterizzato dal duplice primato di Lewis Hamilton: l’anglo caraibico, rispettivamente con 1’33″999 e 1’33″482 , monopolizza entrambe le sessioni di prove, lasciandosi alle spalle in entrambi i casi Raikkonen ed il compagno Bottas. Al sabato mattina invece, tocca a Vettel: il tedesco, primo in FP3 con 1’33″018 e davanti a Raikkonen, lascia presagire quale sarà l’esito delle qualifiche.

Qualifiche che per la seconda volta di fila (un avvenimento che non accadeva dal 2006) vedono una prima fila tutta Ferrari. Le Rosse fanno letteralmente il vuoto, lasciando il primo degli inseguitori, ovvero Bottas, ad oltre quattro decimi. Pole per Vettel in 1’31″095, con Raikkonen secondo e staccato di soli ottantasette millesimi. Visti i risultati, sembra non esserci storia.

La domenica invece, come spesso accade, sa regalare sorprese inimmaginabili.

Al via, Raikkonen non parte benissimo ma riesce comunque ad affiancare Vettel il quale, preoccupato lo chiude. Così facendo, il finlandese deve alzare il piede e viene scavalcato da Bottas e Verstappen, autore di una partenza al fulmicotone dal quinto posto. Dietro si segnala il grande balzo in avanti di Lance Stroll, in grado di passare da diciottesimo a dodicesimo. Peccato che la Williams in versione 2018, non sappia supportare i propri condottieri, causa un pacchetto tecnico davvero di basso valore. I giri che separano i piloti dalle rispettive prime soste, si segnalano per un classico duello tra le Haas al sesto giro e per la calma con cui Vettel accumula i classici tre secondi di vantaggio. Tra i primi a fermarsi al dodicesimo/tredicesimo giro, è l’alfiere della Renault Hulkenberg, che monta gomme medie, dandoci indicazioni su una strategia alla quale poi in molti si affidano. Al ritorno in pista, il numero 27 si lancia in una bella rimonta che lo riporta decimo al giro ventidue: spettacolari in questo senso i sorpassi su Leclerc, Gasly, Vandoorne e Stroll. Il primo episodio fondamentale, al ventesimo giro: Bottas rientra e mette le medie. Le Ferrari invece, chiama Vettel solo un giro dopo. Risultato: Bottas compie un giro monstre, facendo riusciere l’undercut Mercedes, con annesso primato guadagnato.

A questo punto la gara sembra decisa, il primo errore strategico dell’anno, sembra per la Ferrari rivelarsi pesantemente decisivo. Tra l’altro l’aver lasciato anche Raikkonen a lungo fuori e averlo rimandato in pista con le stesse coperture del tedesco, estromette lo stesso finlandese dalla gara. Gara finita, si diceva. E invece, nemmeno per sogno. La già citata vettura di sicurezza del giro trentuno, entrata per far rimuovere alcuni detriti della collisione tra le Toro Rosso, rimescola le carte. Gli strateghi della Red Bull capiscono al volo la cosa e richiamano i loro, Ricciardo e Verstappen dentro, mettendogli delle gomme soft che sono nettamente le più performanti. Quando si riparte, le vetture anglo austriache, pur essendo quarta e sesta, sono nettamente le più veloci. Ricciardo al giro trentasette svernicia subito Raikkonen sul rettilineo, poi passa Hamilton tre giri dopo con la solita frenata ritardata e infine, al giro quarantacinque, si prende la testa, di forza, su Bottas, infilandosi alla Curva 6 in un fazzoletto.

Intanto, la solita irruenza di Verstappen ha causato il  fattaccio. L’olandesino numero 33, dopo le scintille con Hamilton al giro trentanove, lo passa al quarantaduesimo. Alla tornata numero quarantatre, arrivato ormai nella scia di Vettel, quando questi arriva leggermente largo in uscita dal tornantino, il 33 cerca di entrare. Lo spazio in verità è del tutto assente e Vettel viene speronato. Risultato: Vettel ha la gara rovinata e Verstappen una penalità di tempo di dieci secondi. La manovra di Max, non nuovo a tentativi impossibili e a sorpassi mozzafiato, sembra in questo caso decisamente esagerata, oltrechè inutile e disperata. Anche perchè, se avesse corso con maggior pazienza e tattica, disponendo delle gomme migliori, avrebbe potuto recuperare senza problemi, alla pari del compagno Ricciardo. Allo stesso modo, la penalità non sembra assolutamente “dura”, perchè alla fine la posizione persa è solo una rispetto alla classifica definitiva.

Gli ultimi giri sono caratterizzati solo dal pressing di Raikkonen su Bottas in difficoltà con le gomme, pressing comunque inutile e dal bel sorpasso di Alonso (partito tredicesimo) su un Vettel con l’aereodinamica danneggiata dal contatto, scivolato così in ottava posizione e bravo all’ultimo a difendersi anche dall’attacco di Sainz con la seconda Renault. Vittoria e lacrime di gioia per Daniel Ricciardo dunque. L’australiano (autore anche del giro più veloce in 1’35″785), bravo e deciso nei momenti giusti, porta a casa la quinta vittoria in carriera. Sul podio con lui Bottas e Raikkonen. Quarto un Hamilton apparso davvero sottotono, davanti al penalizzato Verstappen (in realtà quarto all’arrivo). In P6 il sempre costante Hulkenberg, davanti ad uno splendido Alonso con la McLaren. Ottavo Vettel (subito dopo la gara c’è stato un chiarimento con Verstappen ), poi Sainz e Magnussen che da alla Haas un buon punticino. Prossima tappa a Baku, Azerbaijan, dal 27 al 29 aprile.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

Exit mobile version