“Nessuno nega che le condizioni del piccolo Alfie restino gravi, ma si tratta di una condizione stabilizzata. Un bambino affetto da una malattia ancora non guaribile non significa infatti che non può essere curato e accudito con dignità come succede per altri malati, che presentano condizioni patologiche simili, che vivono nel nostro Paese”, prosegue Gandolfini.
“In queste ore drammatiche ci consola solo la reazione spontanea delle famiglie di Liverpool che hanno manifestato davanti l’ospedale, dimostrando che anche in un Paese secolarizzato le coscienze non possono essere anestetizzate e che il buon senso e il richiamo alla verità e al bene supremo della vita sono insiti in tutti gli uomini di buona volontà. L’Europa che ha conosciuto la tragica pagina dell’eutanasia di Stato non può ricadere in una simile errore e deve ritrovare quella coscienza che l’ha resa grande nel mondo, facendone la culla della cultura della vita a partire dalla difesa dei più deboli”, conclude Gandolfini.