F1. Vettel eroico in Bahrein, il semaforo frettoloso rovina la festa alla Ferrari

vettelEroe : Persona che per eccezionali virtù di coraggio o abnegazione s’impone all’ammirazione di tutti.

Si può scomodare il dizionario per definire tale un pilota della Formula 1 contemporanea?

Certamente. Infatti, con certi conduttori questa parola non può che essere la più appropriata.

Soprattutto se parliamo del Vettel visto in Bahrain.

Sulla pista di Al Sakhir non sono certamente mancate le sorprese, complice anche l’asfalto e la larga sede stradale.  Al venerdì a svettare sono Ricciardo con 1’31”060 e Raikkonen, il quale è primo anche nelle Prove Libere del Sabato (1’ 29” 817 e1’29″868 ).

Le sorprese però, arrivano da ben altro box: al termine delle FP2, viene infatti reso noto che Hamilton dovrà sostituire la scatola del cambio con conseguente penalità in griglia di cinque posti.

Le stesse qualifiche poi, vedono un altro colpo di scena: a metà Q1, quando ha un tempo che già gli permette il passaggio alla manche successiva, Verstappen perde incredibilmente la vettura in uscita dalla prima curva, finendo contro le barriere. Deve accontentarsi così della settima fila.

A svettare a Manama è il Rosso Ferrari: prima fila monopolizzata dalle vetture modenesi con Vettel in Pole -1’ 27”958  il suo tempo- e Kimi subito dietro. Bottas è terzo e Ricciardo quarto. Solo nono Hamilton. Da segnalare il quinto posto di Gasly, non un caso.

La gara

Allo spegnimento dei semafori Vettel mantiene la prima posizione mentre Raikkonen, partito sul lato sporco della pista, viene subito attaccato e passato dalla Mercedes di Bottas, dovendovisi accodare. Ricciardo neanche parte bene e viene passato da Gasly. Dietro ci sono molti contatti, non ultimo quello tra Hartley e Perez che costa al primo una penalità. Il primissimo periodo di gara vede Hamilton, partito non troppo bene e rimasto imbottigliato a centro gruppo, lottare nel tentativo di risalire.

Il secondo giro assume le tinte del dramma in casa Red Bull: Ricciardo si ritira per un guasto tecnico, mentre Verstappen nel tentativo di passare Hamilton, lo chiude. I due si toccano e l’olandese fora. Nel tornare ai box però, rovina anche il fondo e la sospensione, dovendosi quindi ritirare.

Mentre davanti la corsa procede regolare, le telecamere si soffermano sulla rimonta di Hamilton e sui tanti duelli a centro gruppo, duelli in cui salta all’occhio un aspetto importante: vale a dire la crisi tecnica in cui sta sprofondando la Force India, la stessa squadra arrivata quarta l’anno scorso. Le vetture indiane infatti, sembrano completamente soffrire non solo in curva ma anche sui rettilinei, diversamente da quanto ci avevano abituato nel recente passato.

Al quinto giro sul rettilineo c’è battaglia tra Ocon, Hulkenberg ed Alonso ed Hamilton ne approfitta: in un colpo solo, tutto a destra, riesce a passarne tre con una manovra spettacolare, volando direttamente al sesto posto. Passato poi Magnussen e Gasly, questi all’ottavo giro,  l’anglo-caraibico si assesta al quarto posto. Il primo stint di gara è caratterizzato dalla regolarità di Vettel, mentre Raikkonen sembra accusare le gomme supersoft.

Si ferma intanto Alonso, il quale torna undicesimo tra il diciassettesimo e il diciottesimo giro con i sorpassi a Sirotkin e Leclerc.

Al diciannovesimo  e al ventesimo giro si fermano le Ferrari, prima la 5 e poi la 7: gomme soft per entrambi. Al giro successivo li imita Bottas, il quale però monta delle medie. L’intento è chiaro: andare fino alla fine, sperando in un ulteriore stop della Ferrari. Hamilton continua al comando fino al giro ventisette quando, dopo esser stato passato dalla Ferrari del tedesco nel giro precedente, si ferma ai box. Gomme medie anche per lui.

Intanto a centro gruppo continuano i duelli: dietro, oltre a Gasly che resta stabilmente al quinto posto, si segnala uno straordinario Marcus Ericsson. Lo svedese, che non va a punti dal 2015, resta in zona punti per tutta la gara e al 29 si prende la soddisfazione di sverniciare sul rettilineo la Force India di Perez. Stessa sorte tocca ad Ocon tre giri dopo, passato da un Magnussen ispiratissimo.

Al 36 l’irreparabile: Raikkonen è chiamato per la seconda sosta ma quando sul semaforino si accende il verde la posteriore sinistra non è fissata ancora. Kimi riparte ma travolge il meccanico addetto a quella funzione. Tibia  e perone rotto per lui. Lo stesso finlandese è costretto a fermarsi poco dopo nella pit lane, buttando il volante e apparendo stizzito come poche volte lo avevamo visto.

E’ a questo punto che in Ferrari si decide di arrivare fino alla fine e di non fermarsi più. E’ la scelta vincente. Per un Hamilton apparso nervoso, è invece Bottas a creare enormi grattacapi al muretto ferrarista. Il finnico numero 77, potendo contare su una maggiore durezza delle proprie mescole e con regolarità, arriva fino ad un distacco di sei decimi a due giri dalla fine. Vettel però è bravo a mantenere i nervi saldi e a vincere. E’ Gerhard Berger, vecchia gloria ferrarista, che con la bandiera a scacchi saluta questa vittoria del Cavallino.

Tornando al concetto iniziale, è possibile definire Vettel un eroe?

Beh, se si riesce a fare quasi quaranta giri con gomme in progressivo degrado,  con due Mercedes mediamente più forti alle spalle, senza scomporsi e addirittura cambiando strategia in corsa, non si può essere altro che questi.

Dietro ai primi due, terzo un Hamilton  che comunque si prende il seconfo podio dell’anno. Quarto uno straordinario Pierre Gasly che porta in paradiso la Toro Rosso targata Honda, davanti ad un solito Magnussen con la Haas. Sesto un solido Hulkenberg su Renault, davanti alla coppia McLaren Alonso e Vandoorne. Chiudono la zona punti un meraviglioso Ericcson che riporta nei punti la Sauber dopo praticamente un anno ed Ocon, che dona alla sua Force India un punticino prezioso.

La Ferrari dunque si conferma. Peccato solo per la sfortuna di Raikkonen al pit stop e tanti auguri al meccanico infortunato. In conclusione però, senza lascarsi fuorviare dal trionfo, è bene comunque sottolineare i tempi importanti fatti dalle frecce d’argento con gomme più dure. Aspetto che, sicuramente, troverà maggiori riscontri anche di risultato in futuro.

Prossimo appuntamento in Cina, tra una settimana.

@barbadilloit

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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