MMA. McGregor in manette e i nuovi scenari (angosciosi) verso UFC 223

30120823_328085034382502_254395436_nGli appassionati lettori di Tolkien ricorderanno un “Ritorno del re” molto diverso da quello visto ieri notte a Brooklyn, soprattutto se consideriamo il fatto che Conor McGregor, “the Dublin king”, non è minimamente paragonabile ad Aragorn. Infatti il campione irlandese si è reso assoluto protagonista degli scontri avvenuti nel parcheggio del Barclays Center, sede dell’Ultimate Fighting Championship 223, scagliando uno scarica bagagli in metallo sui vetri del pulmino dove viaggiava Khabib Nurmagomedov. Il gesto sarebbe stato una sorta di rappresaglia dell’irlandese nei confronti dello stesso Nurmagomedov, reo di aver aggredito verbalmente un fighter della scuderia McGregor, Artem Lobov, anche lui inserito nella card di UFC 223. Peccato che il vetro andato in frantumi abbia ferito lievemente altri due atleti presenti sullo stesso veicolo, Ray Borg e Michael Chiesa, che salteranno i rispettivi match contro Brandon Moreno e Antony Pettis. Alla fine di una notte da paura e delirio a New York, “the Dublin king” è stato arrestato con le accuse di aggressione e lesioni personali.

UFC FARA’ LA FINE DEL WRESTLING?

Nel frattempo per il main event della serata di sabato con in palio il titolo dei pesi leggeri, Khabib Nurmagomedov è rimasto orfano del suo sfidante, Max Halloway, valutato inidoneo al combattimento dalla commissione medica in maniera al quanto sospetta. Prenderà il suo posto all’ultimo minuto Al Iaquinta, che però in caso di vittoria non potrà fregiarsi del titolo poiché ha fatto registrare un peso di 0,2 libbre oltre la soglia fissata per i pesi leggeri. Inoltre, in seguito alla videorisposta dell’aquila russa Khabib, che ha dato pubblicamente a McGregor del vigliacco invitandolo ad una resa dei conti, sorge legittimamente il dubbio che quella dell’irlandese non sia stato un folle colpo di testa, bensì una mossa mediatica per preparare il terreno al suo ritorno nell’ottagono proprio contro Nurmagomedov. Ma se ciò fosse vero, cosa distinguerebbe l’UFC dal semplice intrattenimento coreografico della WWE, la maggiore sigla mondiale di wrestling?

ALLA RICERCA DELLO SPIRITO GUERRIERO

A questo punto ai veri fan delle MMA e dello spirito marziale e guerriero che hanno alla base non rimane altro da fare che concentrarsi sul co-main event di UFC 223, quello per il titolo femminile tra “Thug” Rose Namajunas e Johanna Jedrzejczyk, che promettono senza tanto clamore o trash talking, di darsele di santa ragione nella gabbia dell’ottagono più prestigioso al mondo. Prova di ciò sono state le prime parole della Namajunas nel momento in cui ha conquistato la cintura di campionessa: “Continuo a ricordare il motivo per cui sto combattendo. Voglio solo riportare l’onore ed il rispetto nelle arti marziali.”

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