Storie. Viaggio a Rogoredo tra gli zombie nel bosco della morte di Milano

192558571-d01d2334-2f1f-46dd-b66d-c54e9fac4761[1]Milano, Rogoredo: ore 19. Mentre aspetti il treno, alcuni ragazzi, ombre di sé stessi, ti chiedono l’elemosina. Si avvicina una ragazza, nonostante il viso provato è bella, chiede i soldi per mangiare ma trema. Che fare? Questa sicuramente si compra la droga nel boschetto qui vicino, pensi, magari ha fame davvero. Non sai che dire, ma sai che questa storia deve finire.  Una sera hai visto una manifestazione di un gruppo, (Lealtà Azione, si chiamava?), che protestava contro questo schifo. Qualche giorno dopo hai visto la polizia con le ruspe. E poi? Il bosco della droga è ancora li. L’eroina scorre a fiumi e distrugge la vita di questi ragazzini che hanno avuto la sventura fatale di incontrare la siringa.
I pendolari vedono di sfuggita le ombre di questo traffico. Zombie che chiedono soldi. Ragazze indifese che non diventeranno donne. Viene voglia di portarle via.
Ovviamente chi di dovere se ne frega e il bosco della droga rimane li. L’ultima in ordine di tempo a sollevare il velo del silenzio è stata quella là della TV, la Meloni, che è entrata a filmare quel piccolo angolo di inferno. Finalmente vedi cosa c’è, mentre scorri stancamente facebook. Centinaia di siringhe, quindi migliaia di dosi. Una siringa magari l’ha usata quella ragazza là, quella bella che ti chiedeva i soldi. Chissà dov’è finita, nel suo pellegrinaggio nella notte. E forse, capisci che l’esercito di zombie drogati ogni sera si scontra con l’esercito degli ignavi, li a Rogoredo, e che forse i veri zombie siamo noi, che vediamo questo abisso e non facciamo nulla, in questo non luogo di stazione, vicino al bosco della morte, dove avviene l’incontro fra il nostro mondo e il loro.

Daniel Fonseca

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