Offerte speciali, sconti notevoli, gare all’acquisto dopo appostamenti fin dall’alba, che cominciano dietro i cancelli dei centri commerciali o dietro le vetrine dei megamagazzini, ore e ore prima che i battenti aprano. I maggiori acquisti sono fatti senza freni in centri commerciali, negli ipermercati e nei siti e commerce (specie in quelli che non pagano le tasse nel paese dell’acquirente realizzando un guadagno sul guadagno, grazie alle tasse che non pagano).
Situazione differente per i piccoli negozi: non garantiscono una grande offerta e per loro il BF non è un grande affare perché non possono fare forti sconti o possono offrire poca merce. Magari riesumano avanzi di magazzino e qualcosa vendono ma gli affari non vanno come per i grandi, ricchi e organizzati concorrenti… Inoltre, nelle grandi catene – come nei piccoli negozi – molti lavoratori dipendenti non hanno guadagnato di più nonostante le aperture anticipate, le chiusure posticipate, le giornate prolungate con orario unico.
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Nel 2016 il BF ha registrato solo su Amazon la media di 12 acquisti al secondo. Grandi guadagni e ritmi di lavoro bestiali per i dipendenti: del resto, le proteste dei lavoratori di Amazon sono note. Non mancano le accuse al management. Inoltre, molti grandi marchi di moda, fra i più diffusi, non rispettano i diritti sindacali e umani dei lavoratori che non sono difesi da nessuno, in qualunque parte del mondo sia la produzione. E’ la società capitalista, progressista e democratica, bellezza! I grandi marchi incassano circa il 70 per cento del prezzo finale e anche più. Il resto finisce nella filiera di acquisto materiali, imballi, produzione, “paghette” per i lavoratori. Uno sfruttamento senza fine, tipico del capitalismo liberal-liberale e progressista di sinistra, fatto realizzando sproporzioni enormi fra prezzi e valore reale dei beni. Un bene di lusso che alla produzione costa 1 è venduto a un prezzo 30-40 volte superiore. Se realizzare una borsa di lusso costa 100 euro di spesa viva, verrà messa sul mercato a 4mila euro. E’ il brand (marchio) bellezza! Se poi la stessa borsa si vende col BF a 2.900 euro, a tutti sembrerà l’occasione della vita per acquistare con quel forte sconto un bene di lusso inarrivabile. Si democratizza il lusso, lo si fa circolare per i percorsi consueti, anche con l’e commerce. E con il BF le aziende raggiungono anche fasce di consumatori che mai acquisterebbero quei beni al prezzo originario. Tutto studiato, è il progresso, bellezza!
E la gente poi è anche convinta di aver fatto un affare! E’ un meccanismo tipico del capitalismo Usa che si basa su scontistica da richiamo, pubblicità massiva, coinvolgimento di quanti più marchi , negozi, e commerce e scadenze brevi dell’offerta seguite subito da “prolungamenti dell’offerta” ecc. Intanto questa politica, a medio termine, fa chiudere i piccoli e medi negozi creando disoccupazione. Grandi sconti, tutti spendono, magari mettendo mano ai piccoli risparmi (“quando capita un’altra occasione così?”), i piccoli negozi chiudono e la disoccupazione aumenta. Inoltre, far partire il BF alla fine di novembre ha anche un effetto ulteriore: si avvicina Natale? meglio fare incetta di regali ora. Proprio quando piccoli e medi negozi non hanno ricevuto ancora tutta la merce per la vendita natalizia.
Bisogna evitare di servire queste dinamiche! Comprare solo ciò che serve e contrastare le dinamiche del consumo fine a se stesso. Infatti l’ideologia capitalista del consumo spinge a comprare ciò che non serve. Spinge all’acquisto fine a se stesso, solo per “fare l’affare” che si rivela poi un affare solo per le grandi catene commerciali. I sindacati e i progressisti sono complici di questa ideologia che “democratizzerebbe” spesa e risparmio garantendo grande guadagno alle megaimprese e sfruttamento ai lavoratori.