Cinema. Mean Streets di Martin Scorsese, un ritratto antropologico in slow motion

Mean_Streets_-_ScorseseMean Streets di Martin Scorsese si incasella perfettamente nel connubio tra cinema, antropologia e sociologia, una storia a tre che proietta un ragazzo cinefilo, orgogliosamente italianamerican, con una punta d’asma, sulla strada che segna il passaggio tra il realizzare film e il fare Cinema (per citare Silvano Agosti).

Mean streets è il ritratto antropologico di culture che si intrecciano, la tradizione popolare che sposa la cultura di massa e la tradisce, preferendole uno stato di euforica inerzia che sorge tra altre due subculture: quella cattolica e quella mafiosa. Il protagonista, con il volto del magistrale Harvey Keitel, è Charlie Cappa, un giovane di Little Italy che tenta di farsi strada nell’ambiente ambiguo e violento che lo circonda, cercando di afferrarne il senso nascosto.

“Mean Streets parlava di me e dei miei amici” racconta Scorsese “nel periodo che va dal ’60 al ’63. Mi dividevo tra l’università, la lettura di Henry James e andare nei locali il fine settimana. Se qualcuno vuole conoscere la vita dei siciliani a New York, basta che guardi tre o quattro scene del film”. Un film che trascina dentro un’esistenza mangiata dai tarli dell’inquietudine, in cui la violenza è parte integrante della vita, la parte essenziale di una comunicazione quasi tribale.

Un noir quasi grottesco, humor nero a tinte forti, in cui il quotidiano è rallentato dalle sequenze in slow motion per indurre lo spettatore ad una sorta di riflessione sul contesto, sull’etica e, perché no, anche su di sé. Scorsese calca la mano sul romanticismo, mostrando i dilemmi emotivi del protagonista, gangster controvoglia, testa quasi pensante. Mean streets non presenta individui granitici ma persone intrappolate in nevrosi di vario genere, che tentano di recitare un ruolo mal riuscito, scisse tra due mondi “domenica in chiesa, lunedì all’inferno”, come recita il sottotitolo dell’edizione italiana. Il film sembra quasi essere riassunto nella frase di apertura, recitata dallo stesso Scorsese: “i peccati si scontano a casa e per le strade”. Emblematico e intramontabile.

https://www.youtube.com/watch?v=fEY6siWYvFQ

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Stefano Sacchetti

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