Formula 1. Gp Brasile: trionfo Ferrari, rimonta da Hamilton, Massa si ritira

Diretta dalla telecamera-car di Vettel

Grandioso trionfo di Vettel in Brasile, con un dominio mai messo in discussione. Una vittoria che, se inutile ai fini del campionato (neanche tanto in realtà, perchè acuisce eventuali velleità di Bottas di arrivare secondo in classifica ), infonde tanta fiducia in vista dell’anno venturo. Nonostante i titoli siano stati già assegnati, comunque la corsa è stata a suo modo molto interessante. Non sono inoltre mancati i colpi di scena, già dal venerdì. La vigilia è caratterizzata da un paio di eventi degni di nota: il primo, più tecnico, verte su alcuni lavori di riasfaltatura della sede stradale, per migliorare il drenaggio della pista, in vista di un eventuale acquazzone (pioggia che comunque non è arrivata). Il secondo invece, riguarda l’annuncio del ritiro di Felipe Massa. Per il piccolo brasiliano, stavolta, è un ritiro vero, definitivo. Proseguirà, forse, con le Gran Turismo.

Prove Libere
Il primo colpo di scena arriva addirittura a semaforo spento, pre FP1. L’ennesimo cambio di motore per Ricciardo, gli costerà infatti una penalità di dieci posizioni in griglia. Il clima in casa Renault è davvero teso; si registra persino un acceso diverbio tra il Team Principal della Toro Rosso Franz Tost e, il manager della Renault (che, oltre ad essere squadra ufficiale, fornisce i motori a Red Bull e Toro Rosso) Cyril Abiteboul: quest’ultimo infatti aveva risposto alle lamentele di Tost sulle continue rotture, insinuando addirittura che la causa fosse la conformazione del telaio delle vetture di Faenza. Telaio che, secondo il francese, non favorirebbe il raffreddamento della componentistica ibrida del propulsore. Il fatto poi che le due scuderie siano in lotta per il sesto posto tra i costruttori, aiuta a comprendere i perchè di un rapporto non così disteso. Ad ogni modo, Toro Rosso passerà ai motori Honda nel 2018. Le prove Libere sono monopolizzate dalle Frecce d’Argento che, dimostrano da subito un ottimo passo gara: Hamilton con 1’09″202, Hamilton con 1’09″515 , Bottas con 1’09″281 ; questi i rispettivi leaders delle tre sessioni. C’è da dire che il compromesso tra le gomme portate dalla Pirelli e le vetture, anche qui porterà diversi record sul giro ad essere abbattuti.

Qualifiche
Le previsioni danno il 40% di possibilità che piova; meglio perciò precipitarsi in pista. Primo giro cronometrato: le telecamere seguono Hamilton, le gomme ancora fredde. L’inglese è in uscita dal curvone Ferradura, quando perde il posteriore e va a sbattere contro le barriere, lateralmente. L’impatto avviene ad oltre 250 km/h, a circa 12 G. La vettura è distrutta. Di conseguenza, il campione del mondo in gara dovrà partire dai box, dopo aver sostituito il motore e le dovute ripetizioni. Venuto meno Hamilton, con Ricciardo gravato della penalità, la lotta per la pole si restringe praticamente alle due Ferrari, Verstappen e Bottas. Al termine dei primi giri veloci in Q3 c’è Vettel davanti: il tedesco pregusta già un’altra pole ma non fa i conti con il meteo brasiliano. Negli ultimi minuti, infatti, ecco la pioggia: è una pioggerella fitta ma insidiosa e in Ferrari si pensa subito di farlo uscire. De quattro sopra citati, prendosi un gran rischio, è Bottas che viene fatto uscire per ultimo. Il rischio paga; infatti, a tempo ormai scaduto, il finnico riesce a piazzare la zampata: 1’08″322, meno trentotto millessimi rispetto a Vettel e terza pole stagionale. Terzo Raikkonen, quarto Verstappen. Ottimo settimo Alonso, divenuto poi sesto per la penalità a Ricciardo che partirà quattordicesimo (Hartley, classificatosi quindicesimo, aveva subito un’altra penalità per un’ennesima rottura del Renault sulla sua Toro Rosso).

Gara
La domenica sulla pista di Interlagos splende il sole. In ogni caso, non mancano le incognite. La partenza qui è particolarmente difficile perchè in salita: certo, con le frizioni al volante non vi è più la difficolta derivante dalla gestione dei tre pedali, nel tentativo di tener ferma la vettura e contemporaneamente di farla salire di giri prima di staccare la frizione, per aver il miglior spunto possibile. In ogni caso però, la suggestione rimane. Molto impegnativa è anche la prima curva in discesa, la S di Senna, spesso teatro di incidenti. Al via Bottas parte male e Vettel ne approfitta, tenendo giù il piede alla prima curva e passando di forza. Praticamente qui si decide la gara. Nelle retrovie però, succede di tutto. In uscita dalla S, c’è infatti un  groviglio che vede coinvolti Magnussen, Vandoorne e Ricciardo. Primi due sono costretti al ritiro per i danni dell’incidente mentre l’australiano, dopo un testacoda sull’erba, riesce a ripartire. Poche curve dopo, all’ormai nota Ferradura e quando ormai sui cartelli luminosi è già segnalato l’imminente ingresso della Safety Car, Ocon attacca all’esterno Grosjean. I due sono appaiati quando il francese della Haas, perde la vettura e travolge Ocon. Per il pilota della Force India è il primo ritiro in carriera. Fino a questo momento, soltanto a Montecarlo non era arrivato in zona punti. Sfruttando i disordini delle prime battute, Hamilton dopo pochi giri è già quattordicesimo. Dopo cinque giri la vettura di sicurezza rientra e Massa ne approfitta per passare subito Alonso; il brasiliano, subito dietro ai primi, sarà autore di una gara condotta con un una grinta di altri tempi. L’inglese intanto al ventesimo giro è addirittura quinto. Il motore nuovo e la strategia basata su un lungo stint, ben 44 giri su gomme soft, oltre a lasciarlo al comando per qualche giro dopo le soste dei primi, danno i suoi frutti. Intanto anche Ricciardo, con tanti buoni sorpassi, si issa al sesto posto. Fermatisi Hamilton e Ricciardo (dopo essersi anche lasciato sfilare dal compagno, nettamente più veloce) nei primi quattro posti, a meno di trenta giri dalla fine, sono Vettel, Bottas, Raikkonen e Verstappen. Al rientro Hamilton, teoricamente, potrebbe giocarsela per la vittoria: ha le gomme supersoft e soli 18″ di ritardo dalla vetta. La sua rimonta, fatta a suon di giri veloci è imperiosa. Dopo aver passato un Verstappen in crisi di gomme, costretto ai box ben due volte ma comunque autore del giro record (con 1’11″044 al giro 64, viene abbattuto il precedente record di Montoya su Williams BMV V10 che resisteva dal 2004!), l’inglese si getta alla caccia del finnico numero 7. Purtroppo per Hamilton però, Raikkonen non si scompone. Il pilota che proprio qui nel 2007 aveva vinto il suo unico titolo, legittima il podio con una condotta di gara cristallina. Dopo 71 giri, vince Vettel, davanti a Bottas e al buon Kimi. Punti iridati per Hamilton, Verstappen, Ricciardo, Massa, Alonso, Perez e Hulkenberg, tornato a punti dopo tante gare non concluse per avarie teniche. Successo vecchia maniera per Vettel, mai messo in discussione; un dominio che ricorda i tempi d’oro (per lui) del triennio 2011-2013, triennio in cui spesso era davanti a tutti alla prima curva e, lo si rivedeva solo in parco chiuso mentre mostrava l’indice in segno di vittoria. Se per la Ferrai questo successo è un toccasana che sgombra la mente, dall’altra non può che aumentare i rimpianti per ciò che sarebbe potuto essere. E’ comuque vero che contro l’Hamilton monstre di oggi e delle ultime gare, poco si sarebbe potuto fare. Chiusura meritata per Felipe Massa, ottimo settimo. Per il buon Felipe sarà giunta l’ora, tra due settimane ad Abu Dhabi, di passare il testimone. Tanti i momenti strappalacrime per lui in questo week-end, non ultimo il figlioletto che nell’inglese dei bambini, lo ringreazia via radio al termine della corsa. A Massa va anche il ringraziamento sincero di tanti Ferraristi e non, per tutte le emozioni, Interlagos 2008 e Budapest 2009 su tutte, un quasi mondiale ed una quasi morte sulle piste. E poi, con 272 Gran Premi, 41 podi, 16 pole position, 15 giri veloci ed 11 vittorie, di certo non si è una meteora. Obrigado Felipe!

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Lorenzo Proietti

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