Il bello del camminare
La strada da fare. In cammino nella regione che (non) c’è (NEO Edizioni, 2017) è il racconto emozionante di un viaggio, o meglio, di un cammino attraverso una regione bistrattata. La Restivo, con la sua preziosa accompagnatrice, Giulia Rabozzi, accogliendo l’invito del progetto FuoriRotta, che vuole dare un nuovo significato al viaggiare, libero e sentimentale, decidono di percorrere il Molise, una terra di passaggio e ignota al grande pubblico. Come scrive l’autrice “camminare qui è il nostro modo per cambiarne la percezione”, perché solo così si ribaltano gli ironici giudizi su una regione che non esiste.
Il Molise, bello e aspro
Così si vive la bellezza del Molise, una terra che è però anche aspra e dura. La si definisce marginale, ma per secoli fu un territorio di passaggio per le greggi e per gli uomini, che percorrevano i sentieri montani e collinari e i millenari tratturi. Questo è il Molise, bello certamente, ma molto difficile. Il lavoro manca, anche i servizi scarseggiano, e i tanti paesi arroccati sulle montagne e nelle valli si spopolano a ritmi impressionanti.
Strada facendo
In un mese, percorrendo più di 200 km, da Isernia verso Campobasso, Maria Restivo e la sua accompagnatrice vanno alla scoperta del Molise, seguendo le antiche strade e raggiungendo i centri abitati maggiori, quali Agnone, Trivento e Termoli, e i paesi che costellano il territorio. Durante il loro percorso incontrano usi, costumi e tradizioni sempre diverse e inusuali, accompagnate dai tanti molisani che, avendo scoperto il loro progetto su Internet, hanno deciso di guidarle, raccontando il loro quotidiano e cosa significa vivere in Molise. Ed è così che scopriamo tanti luoghi splenditi e le loro storie, alle volte drammatiche, come i 500 molisani fucilati a Guardiaregia perché erano ritenuti complici dei briganti. Le due pellegrine giungono nelle terre dei Sanniti, a Pietrabbondante, nell’antica Larino, ad Atilia e a Sepino, e visitano gli antichi palazzi ducali, come quello di Palata. Si cimentano in antiche tradizioni come il gioco della ruzzola o il lancio di caciotte a Montefalcone del Sannio. Giulia e Clara arrivano fino alla costa, camminando lungo le spiagge, fino a Terminoli, con il suo pregevole centro storico e i famosi trabucchi per la pesca. I molisani si impegnano nell’accompagnarle e nell’ospitarle, offrendo loro le specialità del territorio. Un’intera regione si mobilita per accogliere le due ragazze, riscoprendosi come una realtà viva e multiforme.
Camminare, come afferma più volte la Restivo, vuol dire non solo muoversi, ma anche vedere, gustare e udire. E’ un viaggio dei sensi e lo si fa per scoprire a tutto tondo un territorio. La scrittura ha poi la funzione di narrare queste sensazioni e di svelarci la polifonia dell’Italia. Il Molise esiste nel suo incanto e nei disagi, purtroppo, ed è una terra che merita riscatto, nonostante le battute di spirito.