Serie A. “Niente da perdere” e il Benevento Zen rischia di battere la Juve

[da Benevento Calcio Fb uff.]
[da Benevento Calcio Fb uff.]

Il Benevento ha accarezzato, per quasi sessanta minuti, il sogno proibito di battere a domicilio la Juventus pluriscudettata. Proprio nel giorno del suo 120esimo compleanno.

Hanno sfiorato la partita perfetta, i sanniti di De Zerbi. Un tiro, un gol, poi tutti dietro a difendere il risultato. Il primo tempo è scaduto così, poi i bianconeri si sono ripresi dalla boria e hanno assestato un micidiale uno-due ai giallorossi campani. Approfittando dei loro vistosi errori difensivi.

Il campo ha parlato chiaro: una squadra composta ma superba, da un lato. Dall’altra una con fortissimi deficit tecnici e tattici però fortemente motivata a far bella figura. La chiave forse è nelle parole del portiere Alberto Brignoli, nel prepartita: “Non abbiamo nulla da perdere”.

Ecco, il Benevento deve ripartire proprio da quest’idea. Deve far proprio uno dei più importanti capisaldi zen per sognare un miracolo che, allo stato attuale, definire impossibile è ancora eufemismo. Ma se non hai più niente da perdere, puoi permetterti mille lussi. Tipo segnare – come ha fatto il talentino Amato Ciciretti – con una punizione fantastica, una palombella che ha lasciato immobile il gigante polacco, il portiere bianconero, conte Szczeny. Poi chiudersi in difesa, ermeticamente. Cosa, questa, che ai campani non riesce ancora. E lo testimoniano i gol subiti: Higuain solo in area che secca il pareggio e (soprattutto) il testone invisibile di Cuadrado che trafigge la difesa schierata (male) per il vantaggio bianconero.

A Benevento c’è ancora tantissimo da lavorare, di sicuro non possono mancare le motivazioni. Difendere in undici (Armenteros, il centravanti, ha praticamente giocato contenendo le folate di Chiellini) va benissimo, soprattutto se giochi allo Stadium. Però occorre maggiore incisività in attacco e ancora maggiore attenzione dietro. Va da sé che alla riapertura del mercato, la società deve correre immediatamente ai ripari. Con la consapevolezza che ormai non c’è più nulla da perdere. E quindi si può combattere fino alla morte. Proprio come insegnavano a fare i maestri d’arti marziali agli antichi samurai.

@barbadilloit

Giovanni Vasso

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