Il caso. Sigilli a Colle Oppio. FdI: “Nessuna morosità, Raggi alla canna del gas”

Colle oppioNel tardo pomeriggio di ieri, una notizia ha scosso la destra italiana. Il Comune di Roma, adducendo motivi di morosità, ha apposto i sigilli alla storica sede di Colle Oppio, laboratorio storico dell’area non conforme, che ha dato una casa a generazioni e generazioni di militanti. La notizia è stata data dal Sindaco Raggi durante una diretta facebook, accompagnata da un’infantile risata di scherno. L’azione del Comune va infatti a detrimento di Fratelli d’Italia, avversario politico del Movimento 5 Stelle, partito della Raggi, per giunta quattro giorni prima delle elezioni al municipio di Ostia.

La verità è però un’altra, spiega Fabio Rampelli, storico animatore del circolo di Colle Oppio e oggi parlamentare di Fratelli d’Italia. “La Raggi non sa neppure comunicare con i suoi uffici. La morosità per la locazione dei locali di Via Terme di Traiano, una sede strappata all’incuria da un manipolo di esuli giuliano dalmati nel 1946 quando era solo un rudere e sempre rimasta una bandiera per tutta la destra italiana, non esiste e siamo anzi nella fase di sottoscrizione di un nuovo contratto, come richiesto ufficialmente con lettera mesi fa”. Ad essere quindi inadempiente sarebbe il comune di Roma, che oltretutto, ricorda Rampelli, tollera “centinaia di occupazioni illegali da parte dei centri sociali, centinaia di moschee abusive e di accampamenti altrettanto fuori legge di nomadi e si colpisce la prima sede del Msi in Italia”.

L’attuale presidente del circolo Istria e Dalmazia, Federico Mollicone, spiega che la morosità sarebbe in realtà una “bufala”, perché i canoni dovuti sono stati corrisposti già più di un anno fa. “La verità è che la Raggi utilizza gli uffici comunali inviando senza preavviso i Vigili urbani alle 5 del mattino per i suoi inaccettabili soprusi, assicurandosi di poter agire nell’ombra per il suo ‘delitto perfetto’. Ovviamente lo scopo è quello di nascondere quei fallimenti che stanno travolgendo la sua candidata a Ostia.

Per i diretti interessati quindi, la Raggi ha cercato con un colpo di mano di danneggiare degli avversari politici, per cercare di sparare un’ultima cartuccia e scongiurare quello che, secondo le previsioni, a Ostia sarà un fallimento. Certo è che, affermano tutti gli esponenti del gruppo “avendo resistito alle bombe e alle Brigate Rosse non ci lasciamo certo intimidire da un sindaco che non sa rispettare la storia della sua città”.

Va ricordato che un’azione del genere a Roma non è mai avvenuta, neanche le giunte espressione del PCI hanno osato toccare un luogo simbolico, pieno di storia e dal grande valore culturale che presidia un territorio, quello del parco di Colle Oppio, sempre più difficile. “Non era arrivata a tanto nemmeno la sinistra – rileva Mollicone – capace di constatare che nel rione Esquilino e all’ingresso del Parco di Colle Oppio la nostra sede rappresenta l’ultimo presidio di sicurezza, una luce, un’aggregazione senza la quale un altro pezzo di Roma sprofonderebbe nel peggiore degrado”.

Forse è questo il punto. Il valore delle sedi di partito, che in tutte le città rimangono a tutti gli effetti dei presidi di civiltà, non può essere compreso da chi un partito non lo ha mai vissuto.

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Francesco Filipazzi

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