Calcio. L’ultima di Adriano: “A 35 anni voglio riprovarci”

Adriano

Sinistro da Hulk, stazza da gigante, la 10 nerazzurra, l’eredità del Fenomeno, una poltrona carioca goduta troppo poco, churrasco, foto con i boss delle favelas, feste, lutti. Saudade, un piede nelle favelas e l’altro sullo champagne. Adriano Leite Ribeiro, l’Imperatore, non è mai stato uno come tanti. Non lo era quando all’esordio bucò il Real, non lo era quando sulle note di Joga Bonito faceva accademia con Kakà e Ronaldinho. Non lo è mai stato in più di cinque anni con l’Inter. Croce e delizia da far impazzire la folla. Per Ibra è stato “il miglior compagno mai avuto, un animale”. Zanetti ha detto che il suo più grande rimpianto è stato “non aver tirato Adriano fuori dal tunnel della depressione dopo la morte del padre”. E’ stato quello l’inizio della fine: “Quando venne a mancare – ha raccontato Adriano recentemente – sono stato malissimo per molti mesi. Ero all’Inter ed ho preferito tornare in Brasile. E quando sono venuto in Brasile per una partita della Nazionale nel frattempo sono tornato nella mia comunità. Ho trascorso una una settimana in quel luogo, dove giravo scalzo, senza camicia, e trascorrevo le giornate facendo il barbecue. E’ per questo motivo che scappai dall’Inter”. Incostanza, poi il Brasile al Flamengo, l’infelice parentesi alla Roma, la Paranaense e l’America col Miami United. Sempre peggio.

Ma a trentacinque anni Adriano vuole provarci ancora. Qualche giorno fa, ai microfoni di Conversa, una nuova vita: “Mi sto preparando per un nuovo progetto e per ricominciare ad allenarmi di nuovo. Lavorerò per tutto il mese di gennaio senza nessun club. Ho continuato a mantenere il mio corpo da quando mi sono fermato, per questo sono disposto a lavorare duro: ho la consapevolezza di avere molta persistenza. Voglio tornare, lo voglio fare per me. Voglio dimostrare di potermi ancora spingere al limite. A quel punto voglio capire se riesco o meno a continuare a giocare”. Vai, Imperatore. Una fiammella è ancora accesa.

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Liam Brady

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