L’ennesima prodezza del suo inatteso goleador di stagione ha consentito al Bari di riacciuffare in due minuti il vantaggio dell’Avellino e di propiziare, quattro minuti dopo, il rigore-vittoria di Galano. Riccardo Improta, 24enne di Pozzuoli, ha inanellato con un tiraccio da 20 metri finito nel “sette” il sesto gol di questa straordinaria e sorprendente annata che lo sta rivelando come l’uomo più pericoloso della squadra.
Iniziata in biancorosso, la sua stagione potrebbe proseguire in rossoblu se il Genoa, proprietario del cartellino girato in prestito ai pugliesi, nel mercato del prossimo gennaio dovesse fare il diavolo a quattro per riportarlo in anticipo sotto la Lanterna. Sono solo pettegolezzi d’autunno, le prossime settimane diranno se rimarranno tali o se si concretizzeranno in soluzioni che per il Bari potrebbero essere nefaste. Quello che è certo che in questi primi due mesi, senza i guizzi di Improta, il Bari avrebbe meno punti in classifica e più critiche per un gioco ancora latitante.
Contro gli irpini Grosso ha dovuto per l’ennesima volta rivoluzionare la formazione a causa delle assenze di vari nazionali e di infortunati che hanno ridotto le scelte soprattutto nel reparto difensivo. La sostanza non è cambiata né davanti alla porta di Micai (un paio di grossi svarioni della retroguardia, uno costato il momentaneo vantaggio di Hresic al 20’ della ripresa) né in attacco dove l’unica azione per un’ora e mezzo, sino alla magia di Improta, è stata una traversa di Galano. Evanescente l’intesa tra il foggiano e Cissè, nullo l’apporto di Tello e Petriccione, decenti solo le giocate sulla fascia sinistra operate da Improta che da solo ha gettato lo scompiglio tra gli avversari. Nonostante ciò la reazione alla rete dell’Avellino è stata veemente mettendo ancora una volta sugli scudi lo scugnizzo di Pozzuoli, un vero trascinatore e dal futuro luminoso.
