Gp Giappone 2017. Trionfo Hamilton, Harakiri per Vettel e Ferrari

Vettel in Giappone
Vettel in Giappone

8 ottobre 2000 – 8 ottobre 2017. 17 anni. Storicamente molto. In Formula 1 un’era. Con oggi, per la Scuderia Ferrari, un’eternità. Se infatti quella domenica del 2000 splendevano << i colori dell’arcobaleno, sulle insegne del Cavallino Rampante>>, con un immenso Michael Schumacher (sempre forte la sua presenza nei nostri cuori) che poneva fine a 21 anni di digiuno ferrarista, oggi il clima non è lo stesso. Oggi a Suzuka, sulla quella stessa pista che all’epoca donò alla Rossa l’iride, Vettel, pupillo e successore ideale di Schumi in rosso, ha dovuto dire praticamente addio ai sogni di gloria. Suoi e della Ferrari. Ancora un guasto al motore, stavolta ad una candela; ed ecccoci di nuovo a parlare di un altro gran premio di rimpianti.

Prove Libere

Come sempre le Prove Libere avevano saputo fornire degli spunti indicativi: fatta eccezione per la seconda sessione al venerdì, condizionata dalla pesante pioggia (primo Vettel in FP1, Hamilton in FP2, Bottas in FP3), nelle altre due sessioni si erano visti tempi molto interessanti. Battaglia, in ogni caso, ristretta ai tre top team Red Bull, Mercedes e Ferrari, con quest’ultima particolarmente a suo agio su una pista asciutta e calda. Non sono mancati neanche i colpi di scena: uscite di pista per Sainz, Bottas e Raikkonen; rispettivamente al tornante, alla Spoon e alla Degner. Tutti e tre, a causa dei suddetti incidenti e della relativa sostituzione di componenti in fase di riparazione, hanno scontato delle penalità in griglia.

Qualifiche

Nonostante il clima di relativa incertezza, le qualifiche hanno in realtà dimostrato la superiorità delle Mercedes, in particolare con le gomme più morbide, le SuperSoft. Senza le penalità infatti, la prima fila sarebbe stata monopolizzata dalla Frecce d’Argento. Hamilton monstre al sabato, autore di giri velocissimi e in grado di registrare la pole, la numero 71, fermando il cronometro sull’ 1’27″319. Per l’inglese anche la soddisfazione di aver ottenuto il nuovo record della pista, battendo quello di Schumi che resisteva da quell’edizione 2006.  Edizione 2006, che in molti ricorderanno per quel motore “arrosto” a diciasette giri dalla fine, con conseguente mondiale perduto. Un ferrarista, con il tempo, oltre che alle grandi vittorie si è addirittura abituato alle delusioni più cocenti. Pole per Hamilton dunque, al suo fianco Vettel. Seconda fila Red Bull. Sesto Bottas. Solo decimo Raikkonen.

Gara

Ancora una volta, a pochi minuti dal via, le immagini televisive mostrano una Ferrari con il cofano motore aperto. Stavolta è una candela a non funzionare, di conseguenza un cilindro è praticamente fuori uso. Mancando il tempo materiale per fare delle riparazioni, si prova comunque a far partire il tedesco, sperando nella buona sorte. Buona sorte che non si rivelerà tale, con il biondino numero 5 che già al quinto giro deve abbandonare la corsa e probabilmente la corsa al titolo. Al via comunque Hamilton tiene bene la testa, nonostante uno stacco frizione non perfetto, con Vettel secondo seguito da Verstappen. Parte male Ricciardo, superato da Ocon dopo la prima curva. Già al tornante però, Verstappen passa Vettel, in crisi di potenza, guadagnando la seconda posizione. Raikkonen invece, alla fine del primo giro è addirittura quattordicesimo, complice una uscita alla curva Spoon in un duello con Hulkenberg. Il finnico, nonostante un set up imperfetto, alla fine riesce a chiudere quinto dopo una bella rimonta. Un brodino comunque. Ritiro di Vettel a parte, la gara ha riservato anche alcuni duelli interessanti: il sorpasso di forza da parte di Ricciardo su Ocon al giro 11 per la terza posizione, la lotta tra le arrembanti Haas e Massa, i buoni sorpassi di Raikkonen. A dir il vero, non sono mancati neanche i momenti di vera suspance, specialmente nel finale: Hamilton, in crisi con la power unit, ha dovuto infatti faticare molto nel tenere dietro un’arrembante Verstappen. Peccato per l’olandesino, dopo il successo di domenica scorsa, non aver trovato il guizzo necessario, anche per la non sempre ottimale scelta di tempo nei doppiaggi. Vittoria dunque per Hamilton, davanti alle due Red Bull. Punti mondiali per Bottas, Raikkoen, Ocon, Perez, Magnussen, Grosjean e Massa. Per il pilota inglese ormai, il vantaggio si attesta sui 59 punti, con un massimale di 100 che si assegneranno nelle quattro corse rimanenti. Per la Scuderia di Maranello e per il suo alfiere tedesco, le speranze sono davvero poche. E’ fuori dubbio però che, nello sport dell’automobile, le situazioni e le casistiche siano infinite; ecco quindi perchè, certamente, Maurizio Arrivabene e suoi lotterano fino all’ultima curva. Perchè perdere ci può stare; ma perdere senza lottare è vile in assoluto. E questo a Maranello lo sanno benissimo.

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Lorenzo Proietti

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