Teatro. Il mito di Carmelo Bene rivivrà in un documentario Sky Arte

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Carmelo Bene da postumo vive molto più che da contemporaneo». Lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco non ha dubbi: la memoria del genio di Campi Salentina, che oggi avrebbe compiuto ottant’anni, conserva intatta una forza mitopoietica. «Guai a trasformarlo in una figurina o a rinchiuderlo in narrazioni pedagogiche», puntualizza l’autore siciliano, «perché sarebbe terribile imprigionarlo in un giochino celebrativo». Oltre questo schema si staglia il documentario Tracce di Bene, in onda nelle prossime settimane su Sky Arte, prodotto da Vaghe Stelle, firmato da Giuseppe Sansonna (regista) e Giancarlo Dotto, nonché sostenuto dalla Tv di Stato di San Marino.

«Tutto parte da un audio che è una vera scatola nera, una traccia dall’ascolto complesso. Presentiamo un sussurro medianico – spiega Sansonna – dal quale emerge un Carmelo Bene che parla in un contesto quasi confessionale, lontano dalla belva da ribalta nei talk di Maurizio Costanzo. L’artista mormora a se stesso dei frammenti di vita che se letti su carta stampata possono diventare monumentali; qui sono intimamente autoironici e paradossali. Si materializza così il rovesciamento in farsa di ogni lirismo, si ride della propria vita “puttana”». Per Pietrangelo Buttafuoco «in una Italia che non riesce a far studiare alla maturità un poeta vero come Dino Campana, solo immaginare l’idea di dover comprendere Carmelo è complicato. Resta “l’inaudito” della cultura nazionale, e la sua assenza consente a tanti nani di apparire come giganti».

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Michele De Feudis

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