Calcio. Ops, la Var è già un fallimento (e non salverà il calcio)

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Si salvi chi Var. Come troppo spesso accade quando si tratta di indiavolati marchingegni d’avanguardia – rozzi e cibernetici pure – acclamati all’unisono come il profeta che tutti aspettavano per la folgorazione sulla via dell’onestà, alla (al? La dottrina è incerta) Var – nuova moviola in campo e diavoleria della Serie A, appunto, fatta entrare in fretta e furia dall’ingresso principale – è bastata la prima giornata di campionato per essere seme della discordia e per non convincere, di fatto, nessuno.

Il burbero Sinisa, poco avvezzo a sofismi e ai generosi doni della modernità al pallone, si vede negato un gol regolare per fuorigioco di Belotti. “Perché non usare la Var lì?”, tuona di fronte alle cavillose spiegazioni degli addetti, per poi rinunciare: “Non è a me che dovete spiegarla…”.

A che serve, insomma, se lo chiede anche Antognoni, furibondo dopo Inter-Fiorentina: “Giusto chiamarla in causa per scrupolo sul rigore dell’Inter, ma Tagliavento non è andato a vederla per il contatto Miranda-Simeone, è irrispettoso. Che l’abbiamo presa a fare?”.

Non è andata liscia neanche al Milan con il baby Cutrone che, tra una favilla e l’altra, viene travolto da Mandragora in area: Var non pervenuta. Per non parlare della Juve, tra Buffon che, respingendo il rigore di Farias, idealmente mura la Var, e un tocco sospetto di Dybala ancora discusso. Rimandata.

Ma già affiorano, nitidi, i due problemi principali. Uno: alla fine, dopo consultazioni, andirivieni, monitor, zoom, grandangoli e il brulicare di esperti, decide solo l’arbitro (e nessun altro) e le polemiche rimangono, immobili (se non più inviperite). Due: la Var è il colpo di grazia al vecchio pallone. Ed è un colpo infido, di quelli di punta e velenosi, che non fa tanto male ai soliti nostalgici perché è l’ennesima resa incondizionata alle macchine, quanto, ancora di più, perché annichilisce il gioco. Lo sgretola e lo livella verso il modello annacquato NFL, accettando il turbinio delle interruzioni perenni.

Solo per consultare Guida a distanza, Tagliavento ha perso quasi tre minuti, tra le urla spazientite del pubblico: la serpeggiante curiosità per la novità si è spenta dopo i primi dieci minuti. Mariani, poi, dopo essere lui stato ammonito via auricolare dai prodi smanettoni, ha rimesso in tasca il giallo e ha espulso il crotonese Ceccherini: sì-no-forse. Cui prodest? “Spero la si usi il meno possibile”, Rizzoli, ora nuovo designatore, dixit. Tanto Var la gatta al lardo…

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Obafemi Martins

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