Il caso. Il politologo Giorgio Galli e la politica “Oltre l’antifascismo”

Nietzsche e Marx
Nietzsche e Marx

In un’estate arroventata dalla ricerca spasmodica del fascista da cacciare, fosse un bagnino nostalgico di Chioggia o un costume da bagno che invita a trattenere le flatulenze, fa davvero piacere imbattersi in un’autorevole firma della sinistra storica che invita a smetterla con la sterile e isterica contrapposizione fascismo\antifascismo per ragionare, abbattendo gli steccati, sui veri problemi della nostra società. Parliamo di Giorgio Galli, stimato politologo, già docente di Storia delle dottrine politiche all’Università degli Studi di Milano, in passato commentatore della politica italiana sulle colonne di Panorama, consulente della Commissione stragi e autore di innumerevoli e imprescindibili libri, dalle storie dei partiti politici italiani ed europei ai saggi su politica ed esoterismo, inaugurati da Occidente misterioso e culminati nel best seller Hitler e il nazismo magico.

Tra i primi studiosi –alla fine degli anni Settanta- a occuparsi seriamente della destra italiana, senza pregiudizi o precauzioni, Giorgio Galli, senza mai rinunciare alle sue idee, di “sinistra riformista non moderata”, ha costantemente e onestamente indagato la cultura di destra, dialogando coi suoi esponenti culturali e rappresentanti politici. Sua, tanto per fare un solo esempio, è la toccante prefazione all’ultimo libro di Giano Accame, La morte dei fascisti, pubblicato postumo da Mursia.
Aperto, lucido, intelligente è anche il suo contributo a una pubblicazione, che, non per caso, è passata assolutamente sotto silenzio, tanto da destra –inerte, come sempre quando si parla di cultura- che da sinistra, impegnata a completare il suicidio inseguendo fantasmi pseudo/para/neo-fascisti. Parliamo di Oltre l’antifascismo? un pamphlet a quattro mani -Giorgio Galli e Francesco Bochicchio- pubblicato da Biblion edizioni (pp120 €12). I due autori, che non concordano affatto sulla prognosi ma solo sulla diagnosi dei mali d’Italia, affrontano la crisi della politica valutando l’ipotesi di una convergenza tra sinistra e destra in chiave anticapitalistica per reagire efficacemente allo strapotere della finanza speculativa. Tale convergenza, rifiutata nettamente da Bochicchio, è invece vista con sincero interesse da Galli, che ritiene assolutamente efficace quello che chiama “anticapitalismo di destra”, e che annovera tra le sue fila protagonisti della cultura come Ezra Pound e Camillo Pellizzi insieme con economisti eterodossi quali A.R.Orage e C.H.Douglas. Constatata l’inefficienza della democrazia rappresentativa nel contrastare proficuamente il vero nemico dell’uomo, quell’usurocrazia denunciata virulentemente dal mai abbastanza studiato Ezra Pound, Galli ritiene auspicabile un superamento dell’inutile e strumentale categoria dell’antifascismo per valutare una possibile convergenza “tra la cultura critica del capitalismo propria della sinistra (i cui eredi politici vi hanno rinunciato) e quella propria della destra (oggi definita populismo)”.
Una simile affermazione, seguita da opportuni ragionamenti, analisi e proposte, contiene abbastanza combustibile per appiccare fuoco a una vera polemica politica, ben più infiammabile degli accendini del Duce. C’è qualcuno disposto ad alimentare l’incendio?

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Luca Gallesi

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