Il personaggio. Gianluca Vacchi, il ballerino indebitato che incarna lo spirito dei tempi

vacchiEletto venerato maestro dell’effimero, Gianluca Vacchi, che si definisce global entertainer: appare d’estate, mostra il suo corpo, balla, e ora scopriamo ha molti debiti. Tutto quello che appare nei suoi numerosi video, dove in costume adamitico e con i tacchi a spillo, si muove a ritmo di musica dance, è finito sotto sequestro. Un sequestro da dieci milioni di euro che comprende ville, yacht, azioni, campi da golf, ad opera di Banco Bpm, per un prestito alla First Investments spa, la holding di partecipazioni di cui Gianluca Vacchi è amministratore unico. Balla balla ballerino, ma onora i tuoi debiti. Il profeta dell’«Enjoy», con i suoi 12 milioni di follower, che si commuove per i complimenti di Briatore e le condivisioni di Dagospia, che addirittura parla di anima e psiche, che racconta come tenersi in forma a 50 anni, è un bluff, come buona parte di questo paese.

Uno che balla su e con i soldi di famiglia, che si è infilato in un vuoto d’intrattenimento, sostituendo quello che un tempo stava in tivù. Dove prima c’erano Raffaella Carrà e poi Lorella Cuccarini, ora, che i programmi sono fatti di parole e liti, lui balla, in proprio, con la location d’eccezione, che sia a bordo piscina o su uno yacht, in spiaggia o in discoteca (sta per uscire il suo primo pezzo, “Viento”), senza teatro né lotteria, con i social a fare da diffusori.

Vacchi sembra un personaggio delle commedie di Dino Risi, l’evoluzione di quel Bruno Cortona, interpretato da Gassman ne “Il Sorpasso”, ma non si muove, non ne ha bisogno, anche se l’inquietudine è la stessa, saltando dall’Aurelia a Miami. È ricco (malgrado i sequestri), ha studiato (in ogni intervista ricorda la sua laurea in Economia e Commercio), è famoso (i suoi sono numeri da calciatore), ma tutto questo non lo mette al riparo dal ridicolo. Alla fine è uno che balla: un po’ poco, per la Storia. C’è da chiedersi come mai sia lui a incarnare lo spirito del tempo in questi anni, come il grande romanzo popolare passi per la storia d’amore a puntate su Instagram tra Fedez e Chiara Ferragni. Sono loro che misurano il nostro paese. “Loro” e “Noi” in una strana riproposizione che dalla politica arriva al quotidiano.

“Loro” ci mostrano come si spendono e spandono i soldi, senza preoccupazioni, ci invitano alla leggerezza, e non solo il sabato sera. Appendici e derivati di quello che fu il berlusconismo (che però aveva dalla sua il lavoro). Dove Berlusconi voleva brandizzare il paese “Loro” vogliono brandizzare solo l’estate, cavalcarla, scriverla a colpi di video e foto, status e interviste, ballando, cantando, più o meno bene, esibendo dei corpi più o meno belli, ma senza per questo suscitare stupore, no, ma imitazione, divenendo modelli del nulla. Eppure sono iscritti alla scena globale. Vacchi è un quasi Fiorello ricco e senza talento né favola, un Lapo senza vizi (pare) e con qualche debito in più, un Alberto Sordi torsuto al quale i cugini versano 5 milioni di euro l’anno per l’azienda di famiglia, che lui impiega divertendosi, e propagandando la resilienza (e per paura di dimenticarsela se l’è tatuata sul corpo). Un profeta che balla, a leggere i commenti dei fan, il nulla in movimento volendo riportare i fatti alla realtà. «Ho la vena artistica di nonna Mercedes, pianista, di mio zio Sergio Vacchi, pittore. I social sono la disintermediazione dell’intrattenimento e mi hanno consentito di liberare la creatività».

Vacchi, ossigenato e palestrato, ci fa rimpiangere l’estate di La Capria, il cinismo di Jep Gambardella, e l’ingenuità dei giovani vanzianiani. È l’America alle vongole passata per l’iPhone, che al surf ha preferito il selfie, che pasticcia con luci colori e musica per non disperdere il proprio «patrimonio genetico», nemmeno a 50 anni e con una quasi Miss Universo, la compagna Ariadna Gutiérrez.

*Da Il Mattino

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Marco Ciriello*

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