Il caso. Caro Giuliano Ferrara, ecco perché l’incontro cattolici-protestanti resta impossibile

Giuliano Ferrara
Giuliano Ferrara

Giuliano Ferrara elogia, sul “Foglio” del 25 luglio scorso, una possibile intesa tra cattolici e protestanti, recensendo l’ultimo volume del vescovo di Chieti – Vasto, Bruno Forte. Al di là dei propositi e delle buone intenzioni, al lettore più attento non possono non sfuggire le incolmabili differenze tra il cristianesimo cattolico e quello protestante. Ci sono punti dottrinali e interpretazioni contrapposte, che difficilmente posso trovare un punto di conciliazione. E’ bene quindi ricapitolare brevemente le differenze maggiori per capire la totale contrapposizione tra il cattolicesimo e Martin Lutero.

Il papa è l’Anticristo?

La Chiesa Cattolica fonda se stessa sul “Primato Romano” e sulla “Successione apostolica”, oltreché prima di tutto su Cristo. Da Gesù discende non solo la “Parola”, ma anche il “papa”, che è il Suo vicario terreno, che regge e guida la comunità dei fedeli. San Pietro fu il primo “romano pontefice”, come volle Cristo, e per due millenni gli uomini hanno tramandato questo ufficio sacerdotale. Il papa è la guida spirituale dei cattolici, colui che “ex cathedra” proclama dogmi, o insegna e difende il Magistero e la Tradizione: vuol dire che da l’esatta lettura del Vangelo, seguendo pedissequamente le parole di Gesù. Martin Lutero al contrario, riscontrando l’oggettiva corruzione nella Roma del Cinquecento, definisce il papato un’impostura, nonostante il mandato di Cristo. Il papa è l’Anticristo o, quanto meno, un prodotto umano che turba l’esatta lettura delle Scritture. Il fedele deve leggere da sé i testi e incontrare così, da solo, Dio. Di conseguenza la Chiesa e la dottrina cattolica (Sacramenti, teologia…) sono meri prodotti umani, da riformare completamente. La Riforma protestante ebbe una ricaduta gravosa per le sorti europee: si perse l’unità spirituale, quella culturale e politica (tra alti e bassi). Fu una tragedia per il Continente e per il cattolicesimo. Oggi, nonostante la volontà di vincere il secolarismo, la conciliazione è ancora difficile, se non impossibile, per via di questa sostanziale divergenza tra la Chiesa cattolica e quelle protestanti.

Sola fede, e le opere?

L’uomo si salva per la sola fede o anche grazie alle opere?  Martin Lutero era un monaco agostiniano e un attento studioso del vescovo di Ippona. Naturalmente rimase fortemente influenzato dalla prospettiva fideista di questo Dottore della Chiesa Cattolica. Si sa però che la lettura di un solo Dottore o Padre della Chiesa Cattolica potrebbe sviare la piena comprensione del cattolicesimo: ogni grande teologo ha affrontato singoli problemi dottrinali; pochi, come San Tommaso d’Aquino, hanno tentato una visione sistemica nella loro indagine. Martin Lutero rintracciò nelle Sacre Scritture alcuni passi evangelici che dimostravano come le opere fossero insignificanti ai fini della salvezza. San Paolo e Sant’Agostino parlano della salvezza per fede, ma lo stesso Gesù, nel Vangelo secondo Matteo (25, 31-46), ricorda che solo chi ha ben agito potrà entrare nel Regno di Dio. Se l’uomo non può salvarsi con le opere, è naturalmente in mano al volere divino e solo Lui può decidere chi salvare. La bellezza del cattolicesimo sta nell’aver saputo conciliare l’umano e il divino, nell’essere paradossale, come affermava G.K. Chesterton, nell’unire gli opposti (apparenti): fede e ragione, anima e corpo…E’ stato fatto senza “finzioni”, ma dando chiarezza agli stessi insegnamenti di Gesù.

Sola Scriptura?

Un altro punto di profonda divergenza tra protestanti e cattolici è il ruolo della Sacra Scrittura. Nessuna confessione cristiana osa dimenticarla, ma ci sono i luterani, che la considerano come l’unico punto di riferimento della fede, e i cattolici, che l’affiancano alla “Tradizione”. Si intende con questa l’insegnamento dei Padri della Chiesa, dei Dottori e dei santi che hanno predicano e vissuto in Cristo. Non si può prescindere dal valore incommensurabile del patrimonio spirituale di quegli uomini e di quelle donne che si sono dati a Dio. Di conseguenza, anche il “Magistero”, ovvero, banalmente, la morale cattolica, è un altro pilastro del cattolicesimo, che trae comunque origine dalla Bibbia e non la rinnega. Entrambe dimostrano al contrario la sua veridicità.

Questi tre punti sostanziali delle enormi differenze tra cattolici e protestanti ci permettono di capire che un’intesa è impossibile. E’ vero che lo scopo è quello di combattere il secolarismo occidentale, ma ci dimentichiamo che sono gli stessi protestanti ad aver aperto alle “innovazioni” bioetiche moderne. Una riconciliazione è lontana a venire.

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Alfredo Incollingo

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