Champions. Germania über alles: dalla finale tra Bayern e Borussia una lezione per l’Italia

finale championsComunque vada sarà un successo. Tutto e solo tedesco. La finale di Champions stasera tra Bayer Monaco e Borussia Dortmund a Londra è il risultato di un approccio innovativo che ha unito profilo sportivo e industriale per rinnovare il calcio tedesco. Non è un caso se tredici titolari della gara sono “figli” della riforma giovanile promossa dopo il disastro della Germania agli Europei del 2000 (fuori al primo turno).

“Eravamo a terra dopo l’eliminazione all’Europeo e abbiamo ricostruito con soldi, buonsenso, insegnamento delle altre nazionali. Sono passati dodici anni e più della metà dei giocatori di Bundesliga vengono dai nostri centri federali”: l’analisi è di Gerhard Mayer-Vorfelder, all’epoca capo della federazione e responsabile dello sviluppo del progetto.

Nel 2001 venne realizzata una commissione speciale per i giovani: non una commissione farlocca ma un ente che ha reinventato i vivai tedeschi, stabilendo criteri di funzionamento legati a infrastrutture, insegnamenti tecnici, medici, scolastici, educativi e psicologici). E dopo aver creato un organismo di controllo sul lavoro di questi centri, ha finanziato l’attività giovanile, garantendo scuole palestre e campi di calcio legati a una visione progettuale.

I risultati? La Nazionale dal 2006 sempre ai vertici delle classifiche mondiali mentre i club – dopo aver sorpassato l’Italia – ambiscono alla seconda piazza nella graduatoria continentale.

In Italia invece, più o meno nel silenzio generale, si sono registrate le dimissioni dall’incarico federale di Roberto Baggio (direttore del Settore Tecnico) e il pellegrinaggio nello Stivale di Arrigo Sacchi, coordinatore delle Nazionali giovanili, declinato con tanti sermoni e pochi risultati. Stasera la speranza è che i dirigenti del calcio italiano, oltre a seguire la finale di Champions in tv o sugli spalti inglesi, si mettano in discussione. I modelli ci sono: la cantera del Barça e i vivai tedeschi. Adesso è l’ora di abbandonare i proclami e mettersi al lavoro per dare una nuova direzione al pallone tricolore.

@waldganger2000

Michele De Feudis

Michele De Feudis su Barbadillo.it

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