Libri. Il “Nuovo Medioevo” dell’esule russo Nikolaj Berdjaev

La cattedrale di San Basilio a Mosca
La cattedrale di San Basilio a Mosca

Nel 1923 l’esule russo Nikolaj Berdjaev pubblicava a Berlino il suo capolavoro, “Nuovo Medioevo”. La rivoluzione russa del 1917 aveva sconvolto l’intero Occidente con le sue promesse di riscatto sociale (e esistenziale). Il socialismo prometteva un mondo nuovo, dove la giustizia e la libertà avrebbero finalmente trionfato. Questo comportava non solo un profondo cambiamento materiale, ma anche e soprattutto spirituale. Nell’Europa occidentale il liberalismo e l’opulenza assicuravano un progresso illimitato e benefico. Eppure la prima guerra mondiale aveva svelato il lato cruento e “satanico” della Belle Epoque di inizio novecento. Dietro le illusioni socialiste e l’opulenza capitalista si muovevano forze sottorranee che preferiguravano l’eclissi della modernità e l’avvento di un nuovo Medioevo.

Un saggio per comprendere la modernità

La casa editrice “Fazi Editori” ha riproposto nel 2017 “Nuovo Medioevo” di Nikolaj Berdjaev, un testo che conserva ancora la sua lucidità nell’analisi storica. Nonostante sia stato scritto nel 1923, la modernità emerge con tutte le sue contraddizioni, permettendoci al meglio di comprendere la storia moderna.

Il notturno della civiltà

La civiltà moderna, e diremmo oggi “post-moderna”, ha esaurito tutta la sua vitalità creativa. L’occidente è entrato nella fase della “Zivilisation”, che per Oswald Splenger è l’età calante nel ciclo vitale della civiltà,  quando i miti e la spiritualità decadono per la materialità e lo scietticismo imperanti. I romantici tedeschi la definivano l’epoca “notturna” e questi concetti sono ripresi puntualmente da Berdjaev per descrivere la crisi della modernità.

Quando inizia la storia moderna? La modernità emerge nel Rinascimento cinquecentesco, quando le energie cretive umane si sprigionarono. L’arte raggiunse risultati sorprendenti e la scienza compì i primi importanti progressi. Eppure il Rinascimento aveva in sé le cause del suo declino: l’antropocentismo e il pensiero critico avevano allontanato l’uomo dal centro spirituale, da Dio e dalla Chiesa Cattolica, che aveva guidato e messo a frutto le energie umane. Il sovrumano ha reso sterile progressivamente l’umanità: il nichilismo, il razionalismo e il materialismo sono tutti i suoi frutti.

Verso un Nuovo Medioevo

Non tutto è perduto perché il caos moderno, la fase “notturna” della civiltà, è la stessa che produsse la straordinaria civiltà medievale. E’ nelle fasi barbare, come quella che seguì la caduta dell’Impero Romano, che le energie umane si rinnovarono. La fiorente civiltà medievale aveva un orizzonte metafisico, il cristianesimo, e traeva da questo centro metafisico il fine e le forme per esprimersi vitalmente. Quando, a partire dal quattrocento, lo scetticismo e l’antropocentrismo allontanaro l’uomo dalla divinità, iniziò un paradossale processo di crescita. Le scoperte tecniche, lo sviluppo artistico e il fiorente Rinascimento erano sì fasi di potenza umana, di riscoperta delle proprie capacità, ma anche un lento e erodente processo di distruzione. La modernità è una nuova fase di barbarie, che si manifesta nelle rivoluzioni, come quella russa, o nel liberalcapitalismo. Questa fase calante della civiltà è per Berdjaev l’inizio di un processo di rinnovamento che porterà ad un Nuovo Medioevo, una nuova epoca di spiritualità.

Nuovo Medioevo

*”Nuovo Medioevo” di Nikolaj Berdjaev, Fazi

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Alfredo Incollingo

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