Calcio. Mancini di Russia e Prandelli sceicco, la ripartenza “periferica” dei rampanti

mancini prandelli

Erano considerati unanimamente come i migliori allenatori italiani degli ultimi anni. E proprio mentre il pallone tricolore vince e conquista consensi soprattutto all’estero (dalla Premier, passata da Ranieri a Conte fino alla Germania dominata dal Bayern di Ancelotti) prendono la via della frontiera anche loro. Roberto Mancini ha firmato con lo Zenit San Pietroburgo, Cesare Prandelli invece s’è accasato nel Medio Oriente, all’Al Nasr di Dubai.

BENVENUTO, MANCINI.

Glielo hanno detto in italiano, al Mancio. Benvenuto a San Pietroburgo. Dovrà riportare il titolo russo allo Zenit, “scippato” dallo Spartak Mosca guidato, guardacaso, da un altro italiano, Massimo Carrera. Roberto Mancini riparte da una grandissima di Russia ma, comunque, periferica del calcio europeo. Con il suo arrivo, gli azzurri baltici cercano di consumare l’ennesimo tentativo per imporsi nel Vecchio Continente.

SALAM, PRANDELLI.

Cesare Prandelli, dopo le ultime esperienze non proprio esaltanti a Valencia e sulla panchina del Galatasaray, ha scelto di rimettersi in gioco calcando i prati (sintetici) degli Emirati Arabi. Allenerà l’Al Nasr prendendo il posto di Dan Petrescu, vecchia conoscenza del pallone italiano, terzino del Foggia ai tempi di Zemanlandia. Su quella stessa panchina, prima ancora di loro, s’era accomodato un altro vecchio bucaniere della pelota di casa nostra, Walter Zenga.

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Christophe Dugarry

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