Storia. Viterbo celebra l’eroica Nembo di Nettuno e di Filottrano senza divisioni

Viterbo. Fontana-monumento al Paracadutista d'Italia. Notare, sulla destra,  Filottrano inciso nella pietra.
Viterbo. Fontana-monumento al Paracadutista d’Italia. Notare, sulla destra, Filottrano inciso nella pietra.

Attraversando l’antica Porta Faul si può lasciare la macchina in un ampio piazzale, il cui toponimo reca il nome di un’unità leggendaria delle Forze Armate Italiane, la Divisione “Folgore”. Proseguendo a piedi, percorrendo viale El Alamein e imboccando, poi, via Martiri d’Ungheria si capisce come la toponomastica cittadina sia tutt’altro che casuale. Infien, all’incrocio con la centralissima via Filippo Ascenzi ci si imbatte in una grande fontana, il Monumento al Paracadutista d’Italia di Piazza dei Caduti che rende omaggio ai parà recando incisi sulle sue pietre i nomi di tutte le tappe che hanno fatto la storia della Divisione: Africa, Cefalonia fino, addirittura, al fronte di Anzio-Nettuno (esercito RSI) e alla battaglia per Filottrano (esercito del Regno del Sud).

A Viterbo e a Tarquinia (VT), la 184° Divisione “Nembo” ha avuto due importanti scuole la cui memoria è ancora impressa nel capoluogo laziale. Dopo l’Armistizio l’unità si scinde: alcuni operativi degli ADRA (Arditi Distruttori Regia Aeronautica), della 183° e 184° Divisione finiscono al Nord con la RSI e, insieme ai tedeschi, al Battaglione Barbarigo e

ad altri reggimenti repubblicani affrontano i soldati alleati sulla testa di ponte di Anzio-Nettuno, nel quadro dell’Operazione Shingle. Chi invece aderisce al Corpo Italiano di Liberazione serve nel Gruppo combattimento “Nembo” che, al fianco dei polacchi, risale la dorsale adriatica impegnandosi in duri scontri nell’estate 1944 e coprendosi di gloria nella battaglia di Filottrano (AN) dell’8 luglio.

La memoria impressa sui lastroni non fa sconti: ci sono tutti i luoghi simbolo di onore e di estremo sacrificio. Il monumento, dunque, non è solo alla memoria di un reparto ma

Repubblica Sociale Italiana. Elementi del Btg. “Nembo” con labaro. Notare l’elmetto da paracadutista e la cartucciera tipo “samurai”.

anche alla memoria condivisa, un concetto ancora difficile da accettare in un Paese che non ha mai, del tutto, fatto i conti con una guerra conclusasi 7 decenni fa.

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