Storie/Aeronautica. L’aeroporto militare di Tarquinia base strategica per l’invasione della Francia

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Mappa dell’Operazione Dragoon

Tarquinia base dell’Operazione Dragoon, invasione della Francia meridionale nella Seconda Guerra Mondiale. Titolo e sottotitolo di un film? No, verità storica inghiottita dal tempo e fagocitata dall’urbanizzazione.

Il campo di volo di Tarquinia si trova a circa 70 km a nord di Roma. Fu costruito all’inizio della Seconda Guerra Mondiale e, nel luglio 1940, ospitò il centro di addestramento del Primo Battaglione Carabinieri Paracadutisti, unità che fu inviata in Nord Africa nel 1941” si legge su RonladDv.nl, sito che raccoglie dati e immagini sulle piste militari dimenticate della Seconda Guerra Mondiale, proponendo un tipo di ricerca che, alla Storia, fonde la passione per l’ “urban exploration”.

Lancio di paracadutisti da un SM82 della Regia Aeronautica

Situato a circa 6 km dal centro della città, il piccolo aeroporto è stato un importante snodo strategico sia per gli italiani, sia per gli anglo-americani che, più volte, cercarono di colpirlo fra il settembre 1943 e il maggio-giugno 1944 quando Tarquinia è occupata dagli Alleati. E proprio in quella striscia di cemento fra i campi, il Segretario alla Difesa di Franlyn Delano Roosevelt Henry L. Stimson atterra per incontrare il generale Mark Clark, dopo il ritiro delle truppe germaniche da Roma.

Foto aerea dell’ex aeroporto militare di Tarquinia

Dev’essere in quella occasione che l’alto funzionario statunitense, in accordo i quadri militari, indica la pista a poche migliaia di metri dal Tirreno quale base di partenza per l’invasione del Sud della Francia.

Il 15 agosto 1944, infatti, gli eserciti Alleati lanciano l’operazione Dragoon, sbarco aereo e navale sulla costa provenzale per chiudere, da sud a nord, le forze tedesche che dal giugno 1940 occupano il suolo francese.

In The America GI in Europe in WWII: The Battle in France gli autori J. E. Kaufmann, H. W. Kaufmann citano spesso Tarquinia (insieme a Montalto e a Grosseto) come luogo di decollo di Bluebird, Albatross, Canary e Dove, nomi in codice dei reparti di paracadutisti che, decollati dal Lazio, si lanciano oltre le linee nemiche.

L’esito, vittorioso, della campagna dell’agosto 1944 mette in risalto la strategicità della base tarquiniese che, a partire dall’ottobre successivo, ospita il 27^ e il 350^ Fighter Group della USAAF (United States Army Air Force), equipaggiato con caccia Mustang P40; poi, dal gennaio al maggio 1945, vi decollano e atterrano i Dakota da trasporto del 62^ Troop Carrier Group.

RonladDv.nl propone alcuni scatti che testimoniano l’uso bellico, italiano e americano, dell’aeroporto: le prime foto, infatti, ritraggono i carabinieri del Primo Battaglione Paracadutisti in esercitazione; le altre, i piloti brasiliani del 1°GAvCA (1st Brazilian Fighter Squadron) inquadrati nel 350^ FG, mentre posano accanto ai loro caccia.

Anni ’40. Tarquinia, lancio di paracadutisti.

Ma la fine delle ostilità segna anche l’inizio del declino per l’aeroporto che, dapprima smantellato, finisce per essere dimenticato e, successivamente, in parte inglobato dai campi. Tuttavia, le migliorìe apportate dagli americani (che riasfaltarono e rinforzarono pista e area circostante) permettono ad un attento osservatore di riscoprire una pagina del passato locale che ricorda la centralità di Tarquinia nelle operazioni della Seconda Guerra Mondiale, al pari di altri piccoli borghi resi noti dal cinema e dalla televisione, come Cherbourg e Sant Marie Eglise, nomi ricorrenti nei film dedicati allo Sbarco in Normandia.

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