Libri. “Guerre,debiti e democrazia Breve storia da Bismark ad oggi” di Sergio Romano

Sergio Romano
Sergio Romano

Matteo Collura, amico e biografo di Leonardo Sciascia e giornalista del Corriere, definisce Romano “un osservatore disincantato che tiene conto della realtà per poterla meglio controllare ed eventualmente difendersene. Un conservatore liberale” che “diffida delle novità perché ne teme le ricadute rivoluzionarie”.

E  Sergio Romano, editorialista de Il Corriere della Sera, ha all’attivo non solo un’importante carriera giornalistica ma anche una pregevole esperienza come grand commis (Direttore generale delle relazioni culturali al Ministero degli Esteri, Ambasciatore presso la NATO e a Mosca) conclusasi anzitempo con le sue dimissioni  per un dissenso con l’allora presidente del Consiglio Ciriaco De Mita.

Esperienze, cultura, abito mentale che emergono dalle pagine del volume  “Guerre,debiti e democrazia Breve storia da Bismark ad oggi” (142 pagine di cui, e il dato va sottolineato,  solo una cinquantina originali del Romano, il resto essendo diviso tra la  prefazione di Fabrizio Saccomanni e documenti relativi al Trattato di Versailles) ove sinteticamente ma non superficialmente viene delineato il complesso intrecciarsi dei debiti fra Stati, fra Stato e famiglie, fra persone e società finanziarie.

Debiti che hanno avuto, hanno e avranno un peso nell’evolversi degli avvenimenti: e viene sottolineata la preoccupazione di Keynes che, a Versailles, riteneva “irragionevoli” le richieste economiche nei confronti della Germania sconfitta nel 1918 e la contrapposta volontà “punitiva” della Francia. E le imposizioni francesi ebbero gran peso nel generare il clima di odio e rivalsa, fondato sulle miserrime condizioni di vita del popolo tedesco, che favorì il successo di Hitler.

Ricordate le pagine relative alla Brexit ( interpretata non come una “mutilazione” ma come un’opportunità di “realizzare un’Europa che recuperi il progetto originario”) vanno  segnalati i capitoletti relativi al “costo della democrazia” in Usa e in Europa considerato non solo in sé ( “un seggio nella Camera dei rappresentanti costa un milione e mezzo, un seggio senatoriale…poco meno di dieci milioni”) ma anche nel loro prezzo in trasparenza (con sentenza del 2010 la Corte Suprema USA allargò il finanziamento dei privati il che fu vista come “grande vittoria per le maggiori imprese petrolifere, per le banche di Wall Street, per le compagnie d’assicurazione…”).

Osserva l’ambasciatore Romano che “le elezioni europee sono meno costose , ma anche meno trasparenti” e  cita taluni esemplari casi francesi ma anche come la creazione di una rete clientelare sia “destinata a gravare ulteriormente sul bilancio dello Stato e ad aumentare il debito pubblico”. Ma c’è di più le malversazioni hanno necessariamente un gran numero di testimoni che  “è difficile immaginare …non si sentano implicitamente autorizzati a fare altrettanto”.

*”Guerre,debiti e democrazia Breve storia da Bismark ad oggi” di Sergio Romano (euro 14, Laterza)

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Maurizio Bergonzini

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