Premier. Incubo Leicester, Re Mida Ranieri a un passo dal baratro (e dall’esonero)

Ranieri
Claudio Ranieri

Sic transit gloria mundi.

La parabola di Claudio Ranieri rotola insieme alla più bella metafora sul calcio, quella che ci ricorda (a tutti, sceicchi e nerd compresi) come il pallone sia rotondo.

Ieri le Volpi celebravano la storica vittoria che ha condotto il Leicester in vetta alla Premier, che ha trascinato una città semisconosciuta sulle prime pagine di tutti i giornali sportivi. Il riscatto del calcio operaio, la rivincita del proletario Jamie Vardy sugli scintillanti e patinati campionissimi delle grandi d’Inghilterra, la soddisfazione che s’è pigliato il mister del Testaccio Claudio Ranieri sull’arcirivale celebratissimo (e spernacchiato dall’esonero un anno fa) José Mourinho. Un pallone a misura di sogni, insomma.

Ma il pallone è rotondo. E non gli piace nessuna retorica. Non fa sconti e non fa piaceri a nessuno. Così, a un anno di distanza dalla clamorosa cavalcata verso il successo, oggi il Leicester si trova a rischio retrocessione. Sissignori, avete capito bene. Dallo scudetto alla B, se fossimo in Italia. Un’impresa travolgente, in negativo. Le Foxes non riescono più nemmeno a segnare, il 2017 è completamente in bianco. Manco un gol. In sei gare la miseria di un solo striminzito punticino. L’ultima disfatta contro il non irresistibile Swansea, due a zero e tutti a casa. Il baratro è a un passo.

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Ora le colpe non sono mai di uno solo e il mestiere dell’allenatore è quello di assumere sul suo il destino di una squadra. Ranieri paga una campagna acquisti scarna, un ambiente forse appagato. La fame aveva portato le Volpi a rubare nel pollaio delle grandi. Ora, ebbri di un successo planetario, per il mister Ranieri c’è un grosso problema. Forse una fronda, forse una rivolta nello spogliatoio. Ma tant’è.

L’allenatore non ci sta a macchiare un’impresa eccezionale con un capitombolo troppo orribile per poter essere vero. Così ha annunciato la sua rivoluzione. Ora basta, così non si può andare avanti. Lo spettro all’orizzonte assume i contorni sfocati dell’incubo di ogni allenatore, l’esonero.

Ha detto: “Finora ho pensato che fosse doveroso da parte mia dare ai miei giocatori una, due, tre occasioni. Ora però è troppo. Qualcosa dovrò fare perché non è più possibile continuare così”.

E ha aggiunto: “Mi interrogo di continuo, ma mi sono sempre detto che Qualcosa di buono succederà prima o poi. Ogni volta che mi confronto con la squadra siamo tutti convinti di invertire questa situazione. Ma ora non c’è più tempo. La forza in un uomo e’ mantenere sempre il giusto equilibrio, non esaltarsi né abbattersi. Dobbiamo ricordarci di quanto fatto lo scorso anno per restare uniti”.

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Rafael Martin Vasquez

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