Serie A. E se la corazzata Juve fosse (solo) un’accozzaglia di campioni?

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Un vecchio Juve-Fiorentina, ben più fortunato per l’eterna capolista

Adesso si accorgono che manca un Pogba. Eppure, fino alla sconfittaccia di Firenze, la Juve doveva essere la corazzata destinata a mangiarsi pure questo campionato. C’è davvero un problema dalle parti di Vinovo? Forse sì. Ma attenzione che bastano un paio di risultati utili a ribaltare tutto.

Se sei la squadra da battere e vinci sempre, pur giocando male, pur riuscendola a sfangare solo grazie ai lampi di genio dei campioni che ti ritrovi in squadra quando poi arriva il momento che inciampi è normale che tutti ti diano contro. La Juve per il momento, più che una squadra pare un’accozzaglia di buonissimi calciatori. Gestita (e attenzione al verbo) da un bravo aziendalista.

La Fiorentina, che non è un’ammazzasette, ha vinto perché – alla fin fine – giocare contro la Juve è pur sempre in Toscana la madre di tutte le partite. È proprio per questo, quindi, che fa specie, allora, sentir parlare di chi lamenta che “contro di noi giocano sempre la partita della vita”. Sono argomenti che starebbero meglio in bocca a un allenatore di serie C, in lotta per non sprofondare nel baratro del dilettantismo. Ma cosa ti aspetti, che la gente scenda in campo contro la più forte del campionato per far passerella?

E fa ancora più specie, per dirne un’altra, che basti una sconfitta a rimestare il malcontento bianconero. Ma come, non vi basta niente? Eppure si è in testa (e da oltre un lustro) al campionato, anche se si giochicchia alla sanfasò. Proprio questo è il cruccio dei tifosi. Non vogliono vincere perché Higuain indovina la percussione vincente immersa in novanta minuti di tedio oppure perché Pjanic (se gioca, e come gioca) materializza pennellate nel sette mentre scivolavano via due noiosi tempi regolamentari. Vorrebbero i cannibali, vorrebbero Conte (shhh). Non per il salentino in sè, ma per vedere un gioco di squadra. Che non c’è.

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