Focus (di R.Perrone). I 25 volti dello sport italiano nel 2016 (dalla Pellegrini a Conte)

Federica Pellegrini
Federica Pellegrini

Un anno di sport visto da Roberto Perrone attraverso 25 mini-ritratti

Venticinque nomi in ordine sparso, volti, storie dello sport 2016, tra alti e bassi, miseria e nobiltà, tradimenti e riscatti, doping e politica. Lo sport può fare anche spettacolo, però se te lo sudi fino in fondo è una faccenda seria. 

1 GREGORIO PALTRINIERI Il simbolo della buona Olimpiade italiana sotto il Corcovado, il campione dalla faccia pulita e dalla mente aperta, che si prende sul serio solo quando nuota. Il meglio dello sport 2016. 

2 ALEX SCHWAZER Il volto dell’angelo caduto proprio mentre stava raccontando una bella storia di punizione e riscatto. Da qualunque parte la si guardi, con tutte le garanzie del caso, questa vicenda ora racconta solo l’abisso dello sport. 

3 FEDERICA PELLEGRINI L’importanza di chiamarsi Federica: se si fosse chiamata in un altro modo non saremmo stati così teneri per la levataccia/delusione a Rio 2016. Addio? Macché, a fine anno graffia d’oro la rivincita al Mondiale in corta.

4 ERNESTO PELLEGRINI L’importanza di chiamarsi Ernesto: festeggia 50 anni di azienda con un libro dove la parte centrale riguarda l’Inter, grande passione. Era un Cavaliere del lavoro milanese al comando della Beneamata di Gianni Brera, ora comanda la nostalgia. 

Pogba

5 PAUL POGBA Più dei 105 milioni di euro spesi dal Man United per il Polpo Paul (trasferimento record), fanno venire le vertigini i 25 finiti nelle ampie saccocce di Mino Raiola. Sì, è il calcio moderno, bellezza, ma faccio fatica ad abituarmi. 

6 MUHAMMAD ALI Ha trovato un gancio in mezzo al cielo, parafrasando Baglioni. The greatest se n’è andato capitanando la schiera di testimoni dello sport all’addio nel 2016, da Cruyff a Cesarone Maldini. 

7 BEBE VIO Dall’oro paralimpico al selfie con Obama, la ragazza che non ha paura di nulla ha fatto il giro del mondo. Alla fine ha dovuto restituire il vestito, ma non si è sentita e non è Cenerentola. 

8 MASSIMO BOTTURA Anche i cuochi fanno le gare e lui ha vinto il titolo di miglior cuoco del mondo. Ma il ristorante per cui lo ricorderemo in questo 2016 è il RefettoRio con cui sfamava i poveracci delle favelas. 

9 CARLO TAVECCHIO Nessuno si ricorda più di Optì Pobà e di qualche altra favolosa gaffe. Il suo ottimo dg Michele Uva gli ha sistemato conti e struttura, lui ha convinto perfino il riottoso Andrea Agnelli ad appoggiarlo in Federcalcio. 

Francesco Totti

10 FRANCESCO TOTTI Eroe della resistenza, alla vecchiaia, alla pensione, si è conquistato sul campo un altro anno alla “sua” Roma. Magari se lo sarebbe aspettato un po’ più “giocato”, ma il vero problema sarà immaginarsi dopo. 

11 VALENTINO ROSSI A proposito di resistenza, è ancora lì che si infila tra i giovani, slitta, derapa. Non gira più con bambole gonfiabili, ma ha ancora i desideri di un ragazzino. 

12 NICO ROSBERG Incontrarsi, con il titolo Mondiale come suo padre Keke, e dirsi addio. Un bel coraggio, ci vuole un fisico bestiale, ma quello vero lo dovrà sfoggiare evitando di rimettersi un casco in testa, come tanti altri. Sia coerente, please.

13 MICHAEL PHELPS Uno dei più grandi atleti della storia dello sport moderno, è tornato e ha rivinto. Bravo, però che malinconia ricordare Londra 2012 quando ci aveva raccontato che “da questo momento in poi nuoterò solo tra i delfini”. Bastava dire “a delfino”. 

14 RYAN LOCHTE Sempre a proposito di delfini, era l’erede designato del Cannibale di Baltimora, ma ha dimostrato di saperlo imitare solo nelle bravate, come l’invenzione della falsa rapina all’Olimpiade. 

15 ANDY MURRAY Da uno dei bimbi sperduti si è trasformato in Peter Pan. Il 2016 è stato l’anno della sua consacrazione, numero 1 del tennis, primo nei confronti di se stesso. 

16 NICCOLO’ CAMPRIANI  Tiratore scelto, simbolo dell’Italia che con lo schioppo centra tutti i bersagli, ma solo se è un gioco. Italiani, brava gente (soprattutto nel medagliere). 

17 GIANNI INFANTINO Un paisà presidente della Fifa. Il braccio destro è diventato braccio dentro, prendendosi tutto, quando Blatter ha trascinato giù per terra l’amico/nemico Platini. Volto umano e lingua italiana, ma la Fifa sta a Zurigo. 

18 ANTONIO CONTE Un 2016 senza soluzione di continuità: ha rimesso in piedi un’idea di Nazionale e poi di Chelsea. Dagli Azzurri ai Blues cambiano le sfumature cromatiche ma non lui, più assatanato che mai. 

19 ANDREA BELOTTI La cresta del Gallo guida l’avanzata dei nuovi italiani. Ce n’era bisogno. Con lui una generazione (di fenomeni?) che sgomita e si popone. Siamo alla vigilia di un nuovo 1978/1982?   

20 ALEX ZANARDI Non sai mai dove finisce la bici e dove comincia l’uomo. E quest’uomo, dal fisico eccezionale, ha vinto ancora alla Parlimpiade. Con quella faccia un po’ così, scanzonata e stravolta, di chi canta e porta la croce. 

21 VINCENZO NIBALI Un’impresa d’altri tempi, il Giro conquistato alla penultima tappa, in salita. Quando si esaltano dietro alla bicicletta anche quelli che non ne hanno mai montata una. 

22 GIOVANNI MALAGO’ Rispetto a certi algidi predecessori Giovannino sa coinvolgere e coinvolgersi. Bravissimo anche nella sconfitta, svetta moralmente sulla Sindaca Raggi nel momento dell’addio al sogno olimpico. Ora accetti anche quella con Paolo Barelli.

23 PAOLO BARELLI Con otto medaglie, la spedizione del nuoto azzurro ha contribuito in modo determinante al bottino di Rio 2016. Il presidente della Federnuoto incassa a fine anno anche la vittoria nella vicenda giudiziaria che Malagò aveva avviato contro di lui. Ora non cerchi vendette. 

24 SUNING Suning, il nuovo padrone dell’Inter, fa rima con closing, quando (forse) arriverà il futuro padrone del Milan. Il calcio ai cinesi che cosa è? La Cina sembra vicina. Ma la Juventus docet: una società forte è una società addosso. 

25 SOFIA GOGGIA The last but not the least: è scesa veloce e agile sugli sci ad allargare le nostre speranze di riavere una valanga, rosa o azzurra, piccola o grande, che ci travolga di nuovo.   (da La Gazzetta di Parma)

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Roberto Perrone

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