Il caso. La Gazzetta non accetta l’espulsione dei suoi dallo Juventus Stadium

juventus stadium (pg uff fb)

Non accenna alla tregua la guerra tra Juventus e Gazzetta dello Sport. Anzi, in queste ore la querelle si è riacutizzata: proprio quando iniziava a sembrare acqua passata il caso Buffon (e le sue dichiarazioni riportate dalla Rosea), la Vecchia Signora ha dato vita alla controffensiva, con un inaspettato ostracismo sui giornalisti a cui sarà permesso l’accesso allo Juventus Stadium per la partita di stasera contro il Pescara. Scacco matto servito su lista di proscrizione? La Gazza non ci sta e con scudi e penne replica prontamente, non piegandosi all’eterodeterminazione dell’informazione, agli ordini dei feudatari del prato verde. Il calcio vive di ribellioni. Uno a uno e palla al centro.

Riportiamo il comunicato dei giornalisti della Gazzetta dello Sport:

La situazione è grave, ma non seria. Prendiamo in prestito le parole di Ennio Flaiano perché fotografano alla perfezione le conseguenze di una scelta pericolosa adottata nei confronti della Gazzetta da parte dalla Juventus: scegliersi i giornalisti. Avete letto bene. La società bianconera ha rimandato al mittente la richiesta di accredito per due nostri colleghi, designati a coprire la gara di stasera col Pescara. Secondo il club campione d’Italia, il diritto di cronaca sarebbe garantito dal fatto che ne lasciano passare altri, indicati a inizio stagione dalla nostra Direzione per avere (come accade con tutte le altre grandi squadre) delle tessere stagionali. Solo quelli sono ospiti graditi, gli altri no. E per le prossime gare – ci hanno fatto sapere tramite mail – valuteranno il da farsi di volta in volta. Insomma, un fatto gravissimo (ci perdonerà Flaiano), contrario a ogni logica di democrazia e di rapporti tra stampa e club. Per questa ragione abbiamo informato i nostri rappresentati nazionali e ci aspettiamo il rapido intervento di Lega di A, Federcalcio e Coni. La situazione, però, è anche poco seria: perché è incredibile che la Juve si comporti come un club di cortile, infischiandosene delle regole anche di fronte al richiamo e al tentativo di mediazione effettuato dall’Unione stampa sportiva italiana. Come mai, allora, questo attacco alla Gazzetta? Ci sono forse altre ragioni? Ecco, se ci fossero invitiamo la società bianconera a farle valere nelle sede opportune, davanti a un giudice che nel caso ascolterà testimoni, valuterà le prove, decidendo infine da che parte sta la ragione. Rifiutare l’ingresso di qualunque giornalista, invece, è inaccettabile. E soprattutto ci tocca fare cattivi pensieri: il metodo è quello classico della rappresaglia che evoca scenari di conflitti ben più drammatici rispetto al pallone, seppur milionario. Nel frattempo, resta ferma la volontà dell’intera Gazzetta di continuare a informare i lettori nel modo migliore e attraverso i cronisti scelti da noi. Non certo dalla Juventus. E lo faremo anche stasera“.

@barbadilloit

 

Francesco Petrocelli

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