Del resto D’Annunzio non era nuovo a frequentazioni sportive: il Vate praticava nuoto, equitazione, scherma, boxe, calcio, golf, ciclismo, canottaggio, volo in aereo, gioco delle bocce. Nel 1922 un referendum promosso dalla Gazzetta dello Sport lo proclamò atleta dell’anno. In ambito calcistico doveva essere un osso duro, se è vero che nel 1887, durante un’azione in una partita, cadde e perse due denti.
Insomma, lo sport in Italia nasce con una pesante impronta “non conforme”. Chissà, per esempio, se i tanti atleti, professionisti o dilettanti, che ogni giorno indossano una tuta per praticare qualche attività sportiva sanno che quell’indumento ha un marchio di fabbrica futurista. Fu infatti Ernesto Michahelles, in arte Thayaht, artista italiano amico di Marinetti di origine anglo-svizzera, a progettare un indumento versatile, poliedrico, ottimo per l’esercizio fisico. Poiché l’abito era intero, tutto un pezzo dalla testa ai piedi, fu chiamato “tutta”, poi trasformato nel più eufonico “tuta”.
Va altresì ricordato che il primo romanzo sportivo d’Italia fu “Giro d’Italia” di Alessandro Pavolini, dedicato alla omonima manifestazioni sportiva. Tra gli intellettuali non conformi del Novecento va inoltre ricordata la passione di Ezra Pound per il tennis, che a Rapallo era solito sfidare Giuseppe Bacigalupo, padre del critico letterario Massimo. Il 5 aprile 1928 il poeta scriveva a suo padre in America: “Qui l’ultima novità è che l’altrieri il ragazzino di 15 anni con cui gioco a tennis è andato a Genova e ha battuto il campione d’Italia”. Era anche un ottimo schermidore mentre, a giudicare dal suo maestro Ernest Hemingway, nella boxe aveva qualcosa da migliorare.
Degno di nota anche l’innamoramento di Martin Heidegger per Franz Beckenbauer, nel cui portamento regale forse poteva intravedere uno stile che reca l’impronta dell’Essere. Ha scritto, in tal proposito, il figlio (in realtà figliastro) Hermann: “Da giovane ha praticato molti sport: è stato un buon atleta, ha praticato ginnastica attrezzistica, ha giocato al calcio, ha fatto un po’ di canottaggio, ma era appassionato soprattutto di sci. Diceva che chi non sa far bene uno stemm cristiania non può far bene nemmeno in filosofia. Amava anche guardare le partite della nazionale di calcio e quando c’erano incontri importanti li seguiva da una televisione di un vicino. Tifava molto per Beckenbauer”.