Il guaio è che ci si scorda che allora si è combattuta una guerra assai crudele, con gli italiani da un lato e gli anglo-americani dall’altra. Si spararono addosso, da nemici, come è naturale che fosse. Gli alleati non vennero da liberatori, ma da occupanti. Lo dice la storia. «La battaglia per la Sicilia fu ferocissima. E i nostri combatterono. A Gela caddero 3.289 italiani», ricorda Buttafuoco. Finita la campagna nell’Isola, fu instaurato il governo dell’Amgot, un acronimo che parla da sé: «Governo militare alleato dei territori occupati».
Guerra e odio, dunque. Una pagina che Pietrangelo Buttafuoco ha vissuto in casa. Ricordi consegnati oggi ad Aldo Cazzullo e al Corriere della Serra: «Per me — dice — è una ferita straziante. Due miei familiari furono condannati a morte dal comando alleato per aver militato nei Far, Fasci d’azione rivoluzionaria, che difesero l’Isola. Altri parenti erano emigrati in America. Ogni volta che si rivedevano, si scambiavano accuse: “Voi ci avete bombardati!”. “Voi ci avete sparato contro!”».
Per questo l’autore delle Uova del drago non può non contestare a Pif la chiave narrativa della sua pellicola: «Nel tuo film gli americani sono i buoni — obietta Buttafuoco —. Non c’è il massacro di Acate: 76 siciliani inermi messi in fila e ammazzati, con l’unico scopo di terrorizzare i civili. Non c’è lo scempio del museo archeologico di Catania, con i reperti gettati in via Etnea e il direttore costretto a spazzarli. La Sicilia fu l’unica terra sottoposta al Comando di occupazione; dalla Calabria in su si chiamava Comando di liberazione. I siciliani furono trattati come nemici. E tali erano».
Sicilia, americani e Mafia. Sì, Pif tira in ballo un altro nodo spinoso: la “trattativa” per eccellenza: la presunta intesa tra il governo Usa e il boss Lucky Luciano. Per Mario Di Caro di Repubblica e Umberto Santino del Centro Impastato abbiamo a che fare con «molte forzature sul piano storiografico». Manco a dirlo, a capo di ogni ricostruzione ci sarebbe il Regime: «L’azione repressiva del prefetto Mori fu efficace nei confronti del ceto medio mafioso ma – dice Santino – non è vero che il fascismo aveva sconfitto la mafia. Le indagini degli anni Trenta testimoniano che c’era una mafia perfettamente organizzata». Di tutt’altro avviso Pietrangelo Buttafuoco: «Gli americani mandarono in fumo il lavoro del prefetto. Sciascia diceva che in Sicilia gli anti fascisti erano i mafiosi». E ancora: «Sciascia considerò la relazione di minoranza della Commissione antimafia, scritta dal missino Beppe Niccolai, come il testo fondamentale per capire la cancrena nata tra il 1943 e il 1947». Ecco, un testo da riprendere e studiare. Riga per riga.