Focus. Halloween tra zucche vuote e riscoperta delle radici sacre d’Europa

flickr-rows-of-pumpkinsFesta pagana o eco paga­neg­giante di una festi­vità cat­to­lica? Car­ne­vale fuori sta­gione o sem­pli­ce­mente enne­simo evento com­me­ri­ciale glo­ba­liz­zante? Sono solo alcuni dei que­siti che ci si pone in que­sti giorni dell’anno sulla ormai tra­di­zio­nale festa di Halloween.

Come è noto, Hal­lo­ween è una festi­vità cele­brata prin­ci­pal­mente nei Paesi anglo­sas­soni. Ma oggi è dif­fusa anche in altre parti del mondo, e almeno dall’inizio del XXI secolo ha preso piede anche in Ita­lia. Le sue carat­te­ri­sti­che sono molto varie: si va dalle clas­si­che sfi­late in costume, al tra­di­zio­nale pere­gri­nare di casa in casa dei bam­bini che imman­ca­bil­mente pronun­ciano l’usuale for­mula: “dol­cetto o scherzetto?”.

Com­po­nente tipica della festa è la sim­bo­lo­gia legata al tema della morte, e ricca di imma­gini evo­ca­tive tra cui zuc­che inta­gliate di jack-o’-lantern, sche­le­tri, mum­mie, zom­bies, lupi man­nari, vam­piri e quant’altro la fer­vida fan­ta­sia umana abbia potuto imma­gi­nare di ter­ri­fico e raccapricciante.

Gli atteg­gia­menti verso que­sta con­tro­versa festi­vità sono diversi. Il compianto esorcista Gabriele Amorth si è più volte espresso dicendo che “Festeg­giare la festa di Hal­lo­ween è ren­dere un osanna al dia­volo”. L’Arcidiocesi di Boston usualmente organizza una “con­tro­fe­sta” in que­sto giorno, con l’intento di ripor­tare la festa “alle sue radici cri­stiane”. Per alcune comu­nità evan­ge­li­che, Hal­lo­ween “è la festa più impor­tante dell’anno per i seguaci di Satana. In più il 31 otto­bre è l’inizio del nuovo anno secondo il calen­da­rio delle stre­ghe”. In gene­rale l’ambiente cri­stiano, dunque, non approva Hal­lo­ween e rigetta tale festi­vità, rite­nen­dola impre­gnata di magia, stre­go­ne­ria e satanismo.

Il neo­pa­ga­ne­simo cel­tico, invece, con­si­dera que­sta ricor­renza come un evento sacro, anzi, il mag­gior evento sacro dell’anno, e molti sono i neo­pa­gani che, nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novem­bre, si riu­ni­scono per ren­dere omag­gio agli dèi e agli avi, sulle orme dei loro ante­nati Celti e Gaeli, i quali in que­sta fati­dica notte festeg­gia­vano Sam­hain, ossia l’inizio del nuovo anno, e ricor­da­vano i loro defunti.

Pra­ti­che simili sono state ritro­vate anche nel meri­dione d’Italia. In par­ti­co­lare in Puglia. Nello spe­ci­fico ad Orsara di Puglia, pic­colo cen­tro in pro­vin­cia di Fog­gia, la notte tra l’1 ed il 2 novem­bre si cele­bra l’antichissima notte del “fuca­cost” (fuoco fianco a fianco), in cui si accen­dono dei falò dinanzi alle abi­ta­zioni, che secondo l’usanza dovreb­bero ser­vire ad illu­mi­nare la strada di casa ai defunti che in quella notte tor­ne­reb­bero a tro­vare i loro cari. Nella gior­nata del 1° novem­bre poi, nella piazza prin­ci­pale del paese, si svolge la tra­di­zio­nale gara delle zuc­che deco­rate (le cosid­dette “teste del purgatorio”).

Ciò atte­sta la comune radice indoeu­ro­pea dei festeg­gia­menti autun­nali. E dimo­stra come, anche se durante il periodo della cri­stia­niz­za­zione del Vec­chio con­ti­nente vi sia stato un avvicendamento – spesso anche traumatico – tra gli antichi culti e quello cristiano, v’è da riscontrare una certa soluzione di continuità. È noto come nell’835 Papa Gre­go­rio Magno spo­stò la festa di Ognis­santi dal 13 Mag­gio al 1° Novem­bre allo scopo di rimpiazzare Sam­hain nella cul­tura popo­lare, così l’antico culto pagano soprav­visse sotto spoglie cristiane e sep­pur fra mille stor­ture e depre­ca­bili derive con­su­mi­ste è giunto sino a noi. Aveva pro­prio ragione Tol­kien: “Le radici pro­fonde non gelano”.

Cer­ta­mente, la distor­sione com­mer­ciale con­su­mi­stica ame­ri­cana ha tra­sfor­mato la ricor­renza di Sam­hain in una festa dove la gente guarda film dell’orrore, in cui gio­vani e meno gio­vani si sen­tono auto­riz­zati a com­met­tere atti di van­da­li­smo, ma non per que­sto biso­gna cri­ti­care in toto que­sta tra­di­zione che attiene pur sem­pre alle radici pagane che — assieme a quelle cri­stiane — costi­tui­scono le fon­da­menta della civiltà europea. E che necessitano, soprattutto in questo concitato periodo di “oblio”, di essere riscoperte, sicché, citando sempre Tolkien: dalle ceneri rinasca un fuoco.

Facebook: Giovanni Balducci

@barbadilloit

Giovanni Balducci

Giovanni Balducci su Barbadillo.it

Exit mobile version