Il caso. Revocate la piazza ad Almirante e la cittadinanza al Duce, la sinistra di retroguardia

AlmiranteCerte cose non passano mai di moda. Specialmente quando in ballo c’è l’ideologia. Così accade che a Sarno, in provincia di Salerno, abbiano scoperto che – illo tempore – venne concessa la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. E subito abbiano deciso di revocarla, con squilli di tromba e rulli di tamburi. Qualche chilometro più giù, in un altro comune del salernitano e cioè Montecorvino Pugliano, la giunta di centrosinistra ha deciso di revocare l’intitolazione di una delle piazze del paese all’ex segretario del Movimento Sociale, Giorgio Almirante.

Le due figure, sebbene diversissime, vengono accomunate nel rizelarsi di una battaglia ideologica che da qualche anno s’è risvegliata. Mettere sullo stesso piano Almirante e Mussolini è fuorviante dato il ruolo storico differentissimo che i due hanno giocato sullo scenario nazionale. Tuttavia debbono essere grossolanamente appaiati perché è utile, per certa bigotteria contemporanea, rimuovere un riconoscimento vetusto e sostanzialmente senza alcun peso politico quale è una cittadinanza conferita per piaggeria paesana (sicuramente) nei confronti del fu Uomo della Provvidenza. E, ancor di più, consegnare alle sacche buie della storia, la figura di Almirante che pure potrebbe essere criticatissima, sicuramente, ma non per le motivazioni abbastanza bolse e pretestuose che vengono avanzate oggi da chi vorrebbe con un bianchetto scancellarne la memoria.

Fa paura, probabilmente, il carisma che le figure “proibite” suscitano ancora oggi. Sicuramente ma così facendo non fanno altro che ammantarle dell’alone del tabù che affascina più di mille e mille poesiole a corrente alternata recitate dai guitti del potere. Doppio autogol che non fa bene a nessuno. Né alla sinistra, che si perde in battaglie controproducenti di estremissima retroguardia; né alla destra che ormai sembra non aver più altro argomento che difendere la memoria di chi non c’è più; né all’Italia che a settant’anni dalla fine dela guerra, si ritrova oggi più intossicata di allora tra guelfi e ghibellini.

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Alemao

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