Focus SerieA (di R.Perrone). La Juve non vola e le piccole frenano la corsa delle corazzate

Palermo-Juventus 0-1
Palermo-Juventus 0-1

Forse questo campionato sarà meno prevedibile di quello che tutti abbiamo pensato quando la Juventus ha acquistato Gonzalo Higuain, concludendo una campagna acquisti sensazionale. Un po’ per  Madama, che ha perso un il vecchio equilibrio e non è ancora riuscita a evolversi nel rapporto tra pensiero e azione, un po’ per il resto delle squadre, più robuste e poco avvezze a fare da vittime sacrificali. Il dato interessante è appunto questo: la crescita delle squadre di fascia media (e anche bassa). Il Genoa che ferma il Napoli, il Palermo che mette in difficoltà la Juventus, il Bologna che costringe al pareggio casalingo l’Inter passata rapidamente, forse troppo, da ennesima delusione a anti-Juventus. Tra i rivali accreditati il più attrezzato resta il Napoli che mi sembra intenzionato a ostacolare il più possibile la passeggiata bianconera. Anche la squadra di Sarri, che si muove sul campo in modo più fluido della Juventus, talvolta con un calcio splendente, nasconde alcune fragilità. Però sicuramente sarà protagonista. Come l’Inter. Sì, ha pareggiato con il Bologna, ma le formazioni di Roberto Donadoni sono sempre urfide, difficili da decifrare. Rispetto al pari casalingo, come questo, con il Palermo il gruppo interista di De Boer è cresciuto in applicazione tattica e consapevolezza. Il pareggio 0-0 tra Fiorentina e Milan è metaforico: due squadre ancora inespresse, per vari motivi. Il Milan può essere più soddisfatto: si muove.

E’ un bel campionato, mi piace. Propone giocatori nuovi e meno nuovi in attesa di proscenio, rivaluta l’usato, allunga la vita a vecchi campioni: Simone Verdi del Bologna, Giovanni “Cholito” Simeone del Genoa, Gregoire Defrel del Sassuolo, Andrea Belotti del Torino, Marco Borriello del Cagliari, Iago Falque del Torino, Francesco Totti della Roma e di tutti noi. Ecco, su Totti vorrei dire qualcosa controcorrente, proprio il giorno dopo del suo compleanno, senza mancanza di rispetto. Come si potrebbe non averne per un giocatore che segna la rete numero 250 in serie A a 40 anni? Innanzitutto auguri e complimenti. Però, e non discuto di Totti in quanto Totti, ma in quanto archetipo del grande campione nella fase finale della carriera, io credo che ad una squadra un giocatore così fa più male che bene. E’ la stessa cosa che ho sostenuto, attirandomi gli strali dei tifosi juventini, nel caso di Alessandro Del Piero. Totti è “ancora” eccezionale, per l’età che ha, ma non è più quello di prima. Non può esserlo. Un allenatore e i giocatori che gli stanno vicino lo sanno, ma tutti gli altri no, dai media ai tifosi ai parenti. Si genera un cortocircuito per cui l’allenatore, a cui bisogna dare un po’ di fiducia, se lo tiene ai margini è considerato “un piccolo uomo” da tutti e la moglie del campione lo mette perfino nero su bianco. Non va bene. Certo la pensione non è facile, ma secondo me alla Roma gioverebbe. Perché il grande campione al tramonto viene assolto, santificato e indicato allo squadra come esempio. Che la squadra non riesce mai a seguire, anche perché non le vengono concesse le stesse attenuanti. 

Una divagazione estera. Premier League amara per i tecnici italiani, soprattutto per Antonio Conte: il suo Chelsea è stato travolto dall’Arsenal dell’inossidabile Wenger. I problemi dell’ex c.t. sono due: tempo e giocatori. Gli mancano entrambi.  Però una squadra di Conte che prende tre gol (a zero) fa impressione. (da La Gazzetta di Parma)

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Roberto Perrone

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