Cinema. Alle origini dei tabù e di Hollywood: scandali (e censure) in bianco e nero

virginia rappeChiunque abbia un po’ di familiarità con la storia del cinema delle origini avrà qualche vaga idea di ciò che è stata definita come l’era ‘’pre-codice di Hollywood’’, ovvero tutti i temi, audaci e tabù, dei film dei primi ’30. Approfittando di un periodo in cui tutte le tecniche cinematografiche oggi esistenti erano quasi sconosciute e non vi era la possibilità di filtrare le immagini, quello che ne viene fuori è davvero sorprendente sia dal punto di vista della storia che da quello visivo soprattutto per quanto riguarda i tabù sociali. Tutto viene trattato con estrema franchezza senza seguire delle regole ben precise.

Alcuni film meritano l’etichetta di ‘ pre-codice’ più degli altri, anche se si può definire un film pre-codice un qualsiasi pezzo di cinema tra il 1930 e il 1934, che ha sfidato il Production Code o “Codice Hays“, così chiamato da Will Hays, il Presidente della Motion Picture Producers and Distributors of America. Le lunghe linee guida di questo codice contengono una serie di regolamenti sui contenuti appropriati e inappropriati per il cinema ed è stato un tentativo da parte della Motion Picture di placare il pubblico più conservatore vietando scene che potrebbero, come recita il codice, “offendere la sensibilità” o “ispirare i potenziali criminali”.

Tuttavia definire l’era come pre-codice è un po’ impreciso, in quanto come suggerisce il termine si tratta di film che hanno preceduto l’introduzione di qualsiasi codice. In realtà, questo periodo di cinema non regolamentato è stato immediatamente successivo alla creazione del codice Hays, che però ha avuto i suoi effetti decisivi solo a partire dal 1934. Si può quindi definire questo periodo compreso tra il 1930 e il 1934 come “pre- imposizione del codice “.

Viene dunque da chiedersi come mai il codice non è stato applicato in quegli anni nonostante esistesse già? E’ necessario innanzitutto spiegare come mai si è sentita la necessità di introdurre un codice. Dopo lo scandalo scioccante del presunto stupro della giovane attrice Virginia Rappe di cui fu accusato l’attore Fatty Arbuckle, c’è stata una reazione pubblica contro Hollywood e contro tutte le immagini di cattivo gusto (come scene di nudo, violenza e brutte parole) che potevano essere un brutto esempio per gli spettatori.  L’introduzione di un codice basato sulla morale cristiana avrebbe ripristinato la percezione del pubblico del cinema, e per questo si è pensato di produrne uno che avesse delle regole ben precise a riguardo.

 

Tuttavia con l’avanzare della cultura jazz sia Hays che il pubblico hanno chiuso un occhio verso le trasgressioni del codice anche perché i film che vanno dal 1930 al 1934 hanno avuto una grande popolarità. Donne poco vestite, la violenza e tabù vari si combinano in modo eccellente, con il risultato che il pubblico affollava le sale cinematografiche anche al culmine della Grande Depressione.

 

Inoltre Hays aveva amici ben posizionati ad Hollywood e grazie a loro era quindi in grado di tenere a bada i gruppi religiosi e i manifestanti.

Con il passare del tempo questi gruppi di manifestanti anti-Hollywood divennero sempre più numerosi, anche grazie all’esposizione mediatica, e così la favola dei film pre codice finì nel giro di poco tempo. Il codice doveva essere rispettato altrimenti il film non sarebbe stato trasmesso, un aut aut molto importante per i produttori che dovettero piegarsi all’attuazione del regolamento.

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Erika Castro

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