Libri. “Julius Evola Un filosofo in guerra”: il nuovo saggio di Gianfranco de Turris

Fra le aggettivazioni più frequenti allorchjulius-evola-un-filosofo-in-guerra-1943-1945-238613é si intende riferirsi a un libro di storia, o a un saggio in tale veste, ci si può imbattere in tutta una serie di sfumature linguistiche declinate nello spettro ingrigito del tedioso o più schiettamente del barboso. Infatti dette opere, spesso autentici trattati, sono indirizzate eminentemente a un pubblico di specialisti e non già alla generalità dei lettori. Tuttavia vi sono libri che pur trattando di argomenti storici, non sembrano di fatto rientrare (dal punto di vista dell’interesse suscitato e quindi dell’appeal), nell’asettica e ben poco seducente categoria del saggio specialistico. E’ il caso de Julius Evola Un filosofo in guerra 1943 – 1945, libro fresco di stampa uscito da Mursia, e scritto con notevole verve narrativa, oltreché storiografica, da Gianfranco de Turris.
Come, un libro che narra di eventi storici che non far venir il mal di testa dopo il primo capitolo? Potrebbe domandarsi qualcuno passando in rassegna il suo personale archivio mentale di libri letti a scuola con l’entusiasmo d’un forzato posto ai remi d’una galera romana.
E invece si, il volume scritto da de Turris tutto è tranne che noioso. Di più, si lascia leggere con sorprendente facilità, essendo capace d’intrigare anche chi di storia poco s’appassiona o s’intende. Le ragioni di ciò risiedono nel piglio giornalistico, nella competenza narrativa, nella capacità affabulatrice di uno scritto, che pur presentando un’elevatissima consistenza documentaristica, e una ragguardevole autorevolezza scientifica, supportata da una significativa quantità di carteggi (per lo più inediti), sa affascinare il lettore al pari d’un’opera di narrativa.
Ne discende che la storia, ma sarebbe meglio parlare d’avventura, vissuta dal protagonista, ovvero Juluius Evola, è ritratta e presentata dall’autore in una formula a metà strada tra il documento storico e il romanzo,un connubio sorprendente e di grande impatto. In effetti la cosa che più colpisce nel corso della lettura, è che dopo poche pagine ci si ritrova immersi in una sorta di spy story dal ritmo serrato che conduce vorticosamente attraverso il biennio che concluderà il secondo conflitto mondiale; un periodo oscuro, fin’ora, della vita del filosofo tradizionalista.
Degno d’un film di James Bond, affollato di perfidi agenti segreti nazisti, fra intrighi internazionali, riunioni super segrete alla corte del Führer, complotti orditi da oscure organizzazioni; il libro ha la forza coinvolgente d’un giallo.
Ma la cosa più straordinaria è che è tutto vero, e a comprovarlo oltre ogni ragionevole o irragionevole dubbio, lo è, come si diceva, la poderosa ed esaustiva quantità di documenti prodotti ed analizzati con timbro giornalistico, e parliamo del più puro e puntuto giornalismo d’inchiesta.
Si scoprono così dettagli e fatti che a tutta prima potrebbero sembrare slegati, ma che sono in realtà strettamente interconnessi come i fili d’un ordito, e capaci di gettare luce nuova su episodi storici sin’ora avvolti dal manto ombroso del mistero. In altre occasioni – e qui de Turris è maestro nel suo giuoco di raccontare fino ad un certo punto, senza entrare troppo nel dettaglio, conservando tutto il gusto del mistero –, a intessere una storia assai avvincente, in cui ci si sorprende (come nella migliore tradizione giallistica) a chiedersi: “come andrà a finire?”
Fin qua gli elementi intriganti di questo libro per vari aspetti inatteso e fors’anche inaudito e perciò ancora più apprezzabile. Sul versante squisitamente storico, è invece l’aspetto relativo al metodo strettamente scientifico d’indagine – abbiamo dianzi parlato del robusto supporto documentario al saggio – , che impressiona per accuratezza e completezza, e che lascia meravigliati di fronte alla ricchezza delle fonti, e agli sforzi (sicuramente notevoli) compiuti dal giornalista romano nel reperire le diverse informazioni, missive e quant’altro. Un ulreriore elemento di grande interesse è costituito dal realismo con il quale viene tratteggiata la figura di Julius Evola. Anche qui le sorprese non mancano. Infatti il filosofo romano, nel libro di de Turris, poco rammenta quello stravagante e oscuro personaggio tramandato da certa cronaca. Non è quella sorta di vate, magari un po’ scontroso, che se ne sta ieraticamente assiso su un’alta rupe di conoscenza a dominare il mondo. Al contrario l’Evola presentato in questo volume, è uomo del suo tempo, protagonista d’ una serie di vicende reali quanto incredibili. Un personaggio che passa con sorprendente disinvoltura dal ruolo d’intellettuale impegnato, a quello dell’agente segreto, da testimone della nascita della RSI, a quello di propugnatore e organizzatore occulto di trame volte a preservare dalla catastrofe ciò che egli ritenesse utile alla ricostruzione d’un edificio politico e filosofico capace di rifiorire nel futuro postbellico europeo. Dopo tutto ciò, ci si potrebbe chiedere che genere di libro sia questo. La risposta, in tutta evidenza, non può essere univoca e neppure semplice senza apparire semplicistica. Insomma, quello di de Turris è un volume di storia, un saggio riccamente documentato o un thriller dal respiro internazionale? In realtà Julius Evola Un filosofo in guerra è tutto questo e molto altro ancora. Non ci credete? Beh, allora, non vi rimane che leggerlo.

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Max Gobbo

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