Bang! Berlusconi vuole Bertolaso nuovo allenatore del Milan

Guido Bertolaso
Guido Bertolaso

Un racconto immaginario, fra pop sport e tanta fantasia, sulla crisi della panchina del Milan e sull’opzione Bertolaso valutata dal presidente Berlusconi…

Me ne stavo per i fatti miei al Bar Antica Tokyo, aspettavo Lupin che tenevamo un appuntamento. E mentre che arrivava, mi sono messo a sentire quello che i guagliunastri dicevano mentre si giocavano la bolletta delle corse virtuali dei cani. Mi aspettavo qualche informazione buona, qualche notizia seria da usare insieme a quell’infingardo maledetto che ancora faceva tardi. Parlavano di quote, scommesse, previsioni azzeccate e calciatori venduti nella serie F del Guatemala.

Che palle, me lo dicevo e ripetevo a tipo rosario mentre la sigaretta si consumava sempre più lenta, stanca e scocciata tra le labbra. Lupin ancora non si vedeva ma a un tratto è arrivato Goemon. Che manco lo vuole capire che ormai tiene un’età e la gonna da samurai se la mettono solo le squinzie bovariste che cercano il marito coi soldi al concerto del primo maggio. “Jigen, tieni cinque euro?”. Proprio a me viene a cercare soldi, il guerriero sobrio. “No”. “E dai che tengo la bolletta sicura stavolta pigliamo e facciamo i soldi”. Da quando la gente s’è scemunita e spende più soldi alla Snai che al supermercato e nelle agenzie di scommesse ci stanno più denari che al Credito Cooperativo di Osaka pure Goemon s’è preso il vizio di giocarsi le quote della Serie A.

“Jigen, mi devo giocare subito cinquanta euro sul Milan che vince lo scudetto l’anno prossimo”. Avevo adesso la certezza che s’era impazzito pure lui. “Cioè tu non capisci – incalzava – un amico mio di Cusano Milanino che è il paese di Trapattoni fa il ronin a Cologno Monzese ed è amico intimo del salumiere del magazziniere della Pro Sesto ed è iscritto a Forza Italia sezione Van Basten”. La mia sigaretta si spegne come la residua volontà di stare a sentire quel relitto umano. “E alla fine mi ha detto la verità: Jigen, Berlusconi c’ha un’intelligenza sovrumana e l’anno prossimo vince tutto”. Gli occhi si alzano al cielo, la pazienza scende a terra. “Seguimi che mi ha detto. Il Milan è scarso, è tutta una rovina, giusto? A Roma pure ci stanno le rovine ma so’ statue vecchie, cose archeologggiche o come si dice, ti trovi? Però le rovine di Roma si possono aggiustare con una mano di stucco e allora – taaac – il colpo di genio: per fare il sindaco della capitale gli serve un muratore, uno che ne capisce di cemento e chi è meglio di Arfio? Nisuno”.

Mi appiccio un’altra sigaretta e jastemo le corna di Lupin e di quella lasciva infame di Fujiko. Mi hanno lasciato da solo e con un pazzo recente che deve sfogare al bar tutta una vita di silenzio, disciplina e ordine. “Jigen, allora ti stavo dicendo, Berlusconi che è magico unico e solo s’è accorto che nello spogliatoio del Milan c’è una catastrofe innaturale e allora – furbo furbissimo vedi che genio – chi ti manda ad allenare la squadra? Brocchi? Per carità, rimane qualche partita e poi lo sviaggia alla Rhodense. Chi ti manda l’anno prossimo? Chi ti manda?”. Pure gli indovinelli si mette a fare. Ordino un Fernet pure che sono le dieci di mattina, meglio morire ubriaco a ‘sto punto. “Ti manda il numero uno mondiale, anzi europeo dell’assistenza e risoluzioni tragedie: Guido Bertolaso!”.

L’amaro mi va di traverso, gli occhi fanno un salto mortale fuori dalle orbite, uno mi finisce sulla barba. “Jigen, Bertolaso ha le idee chiare: chiederà lo stato di calamità naturale per quello che è rimasto di Balotelli, farà mettere tre-quattro prefabbricati tra Romagnoli e Alex e a Carlos Bacca gli darà la Cappella da campo per benedire tutta la squadra e chiamerà la Protezione Civile per puntellare le fasce e rafforzare gli argini del centrocampo. E poi si presenterà al campo sempre in elicottero, come fece Silvio nell’86. L’anno prossimo non c’è storia, ora me la dai ‘sta cinque euro o no?”.

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Daisuke Jigen

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