Muos. “Alzate le antenne, fuori dalla Sicilia!”: e la protesta arriva sotto il consolato Usa

nomuosIl caso Muos – l’installazione radar voluta dall’amministrazione americana in Sicilia – continua a preoccupare i siciliani e a svelare, allo stesso tempo, il livello della classe dirigente italiana. È notizia di questi giorni, infatti, come il ministero della Difesa abbia impugnato al Tar di Palermo le revoche delle autorizzazioni relative al Muos della marina militare Usa di Niscemi e la sospensione dei lavori disposte dalla Regione Siciliana. Oltre al danno la beffa, dato che anche dovrebbero essere pagati anche i danni alle autorità statunitensi per il “disturbo” arrecato. L’ennesimo colpo di scena, insomma, si abbatte come un macigno sul morale di una popolazione preoccupata e arrabbiata per un’opera che non viene gradita né percepita minimamente utile a garantire la sicurezza e a maggior ragione la saluta della popolazione.

E se a Niscemi, in questi giorni, continuano le forme di protesta (diversi dimostranti sono stati fermati dalle forze dell’ordine per essersi arrampicati simbolicamente sui tralicci o per aver cercato di ostacolare i lavori di contorno all’opera), per domani è prevista una manifestazione che vuole puntare i riflettori proprio sulle responsabilità politiche della vicenda. Si sono dati appuntamento, significativamente, sotto il consolato americano a Palermo e sotto accusa non finirà solo la ragion di Stato Usa. «Il passo indietro ventilato dal ministero della Difesa è una ragione in più per manifestare contro questo che è un vero e proprio sopruso alla sovranità e alle ragioni del nostro Paese».

A parlare sono i rappresentanti del comitato “Terra nostra”, che raccoglie decine di associazioni, movimenti non conformi e semplici cittadini che sostengono in tutta Sicilia e  Calabria la battaglia del territorio contro l’installazione delle antenne militari. «Le ultime notizie che circolano i rete in questi giorni circa il ricorso al Tar presentato dal ministero della Difesa avverso alla sospensione dei lavori disposta dalla regione Sicilia, lasciano l’amaro in bocca e la consapevolezza che lo Stato, in ossequio a logiche indefinibili, ha abbandonato il suo popolo». Sotto accusa finisce anche l’amministrazione Crocetta: «In questi giorni abbiamo assistito al teatrino della politica regionale e alla sua totale incapacità di fare gli interessi dei siciliani. Crocetta si è riconfermato essere un maestro delle chiacchiere anche in questa occasione». La vicenda del Muos, del resto, è un susseguirsi di lungaggini burocratiche dalla dubbia legalità, di autorizzazioni e pareri positivi “degli esperti”, smentiti da altrettanti pareri negativi di tizi “ancora più esperti”. Ma il punto, per i manifestanti, è più ampio: «In questa battaglia – concludono – non sono in gioco solo la salute, le interferenze sulle apparecchiature o i possibili danni all’ecosistema. Con questa battaglia è in gioco il senso stesso di una Nazione».

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