Lo spirito pionieristico delle origini della Lazio, ultra centenario sodalizio con 116 natali appena festeggiati, non è stato un concetto astratto, tanto meno vago, bensì figlio dell’attivismo sportivo del 1900, integralmente immerso nel XX secolo. E allora? L’espressione corretta per definire l’essenza ontologica dell’anima laziale non è ‘lazialità’ (concetto astratto), bensì ‘lazialismo’ (suggestione novecentesca), come forma di pensiero e azione concreta, di pratiche polisportive calate nel retaggio culturale e nell’elaborazione dello scorso millennio.
Andiamo all’altra sponda del Tevere: anche qui c’è bisogno di una correzione, di un po’ di revisionismo letterario. Dalla fusione fascista del 1927 in poi, è in uso l’appellativo ‘romanista’ per identificare l’affezionato seguace giallorosso. E’ corretto? Se nella toponomastica della città, zona Alessandrino, un corso principale è intitolato ‘Viale dei Romanisti’, il motivo non è propriamente per rinverdire fasti e memoria dei frequentatori più fedeli dell’Olimpico, nell’altro secolo già di stanza a Campo Testaccio. Infatti basta chiedere ad uno studente di Giurisprudenza alle prime armi, alle prese magari con l’esame di Storia del Diritto Romano, per avere la risposta giusta: i ‘romanisti’ sono gli studiosi del diritto romano, dell’ordinamento giuridico durato ben 13 secolo, dalla fondazione fino a Giustiniano. Quindi, molto più propriamente, sarebbe più corretto e giusto definirli ‘romisti’, espressione peculiare ed unica per i tifosi della Roma.
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